L’Ordine dei giornalisti ha compiuto 60 anni e le occasioni per ricordarne la storia e il ruolo nell’informazione italiana non si fermano. Decine di colleghi sono impegnati in queste settimane a richiamare l’attenzione sul diritto dei cittadini ad essere informati, nonostante i pessimi segnali sulle vendite.
Oggi a Pagani in provincia di Salerno, l’Assostampa della Valle del Sarno ha organizzato il dibattito su: “Il valore della stampa locale, attraverso l’etica e la deontologia del giornalismo in un mondo rivoluzionato dalla comunicazione-informazione. Due universi in contrasto”. Il dibattito si svolge nell’ambito del Premio giornalistico Mimmo Castellano e offre spunti di analisi a partire proprio dall’informazione locale.
Castellano, scomparso nel 2008, è stato un importante giornalista napoletano, per molti anni Segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa e Vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania. L’ Assostampa Valle del Sarno con il presidente Salvatore Campitiello e i colleghi quest’anno hanno raggiunto la XII edizione del Premio intitolato a “Mimmo”.
I numeri allarmanti del giornalismo italiano
Il Premio è diventato così un appuntamento culturale, non solo per ricordare il combattivo giornalista ma per dibattere argomenti e problemi di una professione in piena trasformazione. I segni negativi arrivano da ogni comparto. Il 52% dei giornalisti italiani è iscritto agli Enti di previdenza. I giornali cartacei e online perdono milioni di copie e in un giorno medio si leggono 1,49 milioni di copie. “Nei primi sei mesi del 2022- dice l’ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) erano 1,60 milioni”. Caduta libera. Le prime quattro testate italiane – Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa – registrano cali di vendite fino al 16%.
Il “mercato delle notizie” è sempre più vicino ad apparati lontani da quell’onestà che Indro Montanelli poneva alla base del lavoro giornalistico. La distanza crescente di milioni di persone da giornali, siti di informazione, tv, è dovuta, purtroppo, anche ad un informazione drogata da scoop e sensazionalismi. La preparazione e lo studio sono in larga parte ritenute perdite di tempo rispetto alla velocità delle news. Non può durare a lungo e le discussioni interne per l’incontro di Pagani riassumono queste pecche.
Una delle leve per uscire dalle nebbie è raccontare i fatti con scrupolo e competenza, requisiti che suscitano curiosità in chi legge, vede o ascolta. Mai dare nulla per scontato, dunque. Se non si consumano più le suole delle scarpe, questa stanca ripetizione di un giornalismo passé impariamo a distinguere le fake news dalle notizie vere, quelle che interessano il pubblico. Il padrone è sempre lui, per citare ancora il mitico Indro. E se lui scappa i cronisti vanno a ramengo.
Giornalisti sotto scorta
L’appuntamento per il dibattito a Pagani è al Teatro S. Alfonso M. dei Liguori alle 15,30. Saranno premiati giornalisti, intellettuali, rappresentanti delle istituzioni. Saranno consegnati riconoscimenti anche ad 8 testate giornalistiche in attività da oltre 40 anni in Campania.
La funzione della stampa locale in un mondo globalizzato che viaggia a milioni di byte al secondo, resta un caposaldo dell’informazione. Va rivalutata e resa più aderente ai bisogni dei cittadini che si immedesimano nel racconto giornaliero. L’Italia invecchia con una popolazione poco arrembante in fatto di informatica o di intelligenza artificiale. Come resistere 40 anni raccontando luoghi, fatti e persone ce lo diranno i colleghi, ma anche un sito web può e deve catturare l’interesse di lettori “adulti” che, guarda caso, hanno molto più tempo per leggere.
Mimmo Castellano nella sua lunga attività è stato un combattente. Chi scrive queste note è stato testimone di iniziative dirompenti per il mondo giornalistico degli anni ’90 e 2000. Non è stato un lavoro vano soprattutto per i giovani che ambiscono a svolgere questa professione.
La riprova di un impegno serio, quotidiano, in una Regione come la Campania, sono le giornaliste e giornalisti sotto scorta dei Carabinieri per il loro lavoro.
Le intimidazioni a chi cerca di raccontare le cose nella loro sostanza non sono mai mancate. Ci sono state episodi gravissimi (valga sempre l’esempio di Giancarlo Siani ) e sono stati combattuti. Tuttavia l’intreccio tra fattori economici, sociali, politici, illegali, ha messo la buona informazione nel mirino delle minacce. Che si scriva o si indaghi su ambiente, economia illegale, discariche, truffe allo Stato, corruzione.
I giornalisti non si fermano e vanno alla ricerca di eccellenze e legalità. Per questo il dibattito di oggi si annuncia intrigante per chiunque abbia a cuore il destino di una buona informazione e dei giornalisti “testimoni di verità”, come li definisce il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
A Pagani interverranno, tra gli altri, il tesoriere del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti, Gabriele Dossena, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il presidente del Movimento Unitario dei Giornalisti, Mimmo Falco. Voci da un fronte difficile, ma pieno di entusiasmo. Senza il quale il giornalismo, semplicemente, non esiste.