Nonostante il quadro economico non troppo incoraggiante, c’è però luce in fondo al tunnel. E un fatto appare incontrovertibile: anche quando le condizioni del mercato non sono certo vantaggiose la voglia d’impresa e il fermento di chi ha buone idee sembra tenere l’urto della crisi. Questo è quanto emerge dalla lettura effettuata da InfoCamere dei dati della sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio dedicata alle start-up innovative ad un anno dalla sua creazione.
Al 17 marzo scorso hanno toccato quota 1.792 le società – costituende o già costituite da non oltre 48 mesi – aventi come obiettivo sociale esclusivo o prevalente “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”. I dati ufficiali di questo particolare universo statistico sono oggetto di un monitoraggio periodico settimanale presente all’indirizzo http://startup.registroimprese.it.
A trainare la dinamica, in valore assoluto, è la Lombardia con 355 unità. Alle spalle valori elevati presentano l’Emilia-Romagna (202) e il Lazio (187). Sul fronte opposto si incontrano invece Valle d’Aosta, Basilicata e Molise rispettivamente con 6, 9 e 10 soggetti accreditati. Tra le regioni meridionali è la Campania, con le sue 83 unità registrate, quella con l’insieme più numeroso, seguita da Puglia (76) e Sicilia (63). La metà precisa delle imprese innovative italiane (896) sono concentrate in quattro regioni, tutte del Centro-Nord: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto.
La provincia più attiva è quella di Milano con 236 startup registrate, segue Roma con 167 poi Torino e Trento rispettivamente con 115 e 73 unità. 99 province su 105 vedono la presenza di almeno una startup sul loro territorio. La distribuzione dei dati per forma giuridica mostra come gli startupper nella stragrande maggioranza scelgano prevalentemente la forma giuridica della società a responsabilità a limitata (lo hanno fatto in 1.729 casi pari al 96% del totale). Modesto il contributo fornito dalle società per azioni e dalle cooperative rispettivamente con 33 e 27 casi che rappresentano l’1,8 e l’1,5% del totale.
Oltre il 30% del totale di aziende “innovative” iscritte in questi ultimi dodici mesi è dato dalle attività legate alla produzione di software e la consulenza informatica, dove al 17 marzo si contano 546 imprese. Molto vivace appare anche il comparto della “Ricerca e sviluppo” (312 unità, 17,4%). Per agevolarne la nascita e lo sviluppo, lo Stato, con il Decreto Crescita 2.0, convertito in legge il 19 dicembre 2012, ha predisposto una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell’impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’impresa