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Inflazione Usa sopra le attese spinge giù Wall Street ma l’Europa rimbalza

I prezzi al consumo Usa sono cresciuti in aprile dello 0,8% quando le stime erano attorno attorno a 0,2% – Immediato il calo del listini americani mentre Piazza Affari e le Borse europee recuperano e chiudono in rialzo

Inflazione Usa sopra le attese spinge giù Wall Street ma l’Europa rimbalza

In rosso le Borse statunitensi, mentre reggono quelle europee, compresa Milano che cala nel finale ma chiude guadagnando lo 0,23% sui 24.450 punti base. A creare questa divergenza sui mercati finanziari è stato il dato più atteso della giornata: l’indice dei prezzi al consumo Usa, che nel mese di aprile è letteralmente schizzato del 4,2% su base annua, ben sopra il 2,6% di marzo e il 3,6% previsto dagli analisti. Su base mensile il dato è +0,8%, rispetto al +0,2% atteso. Prezzi al consumo fa quasi rima con inflazione, ed ecco dunque che torna ad aleggiare lo spettro dell’inflazione vera e propria, che viene tuttavia calcolata diversamente e non è detto che queste avvisaglie di rialzo non possano rivelarsi soltanto scosse temporanee. Fatto sta che oltre Oceano un po’ di panico si è diffuso, con Wall Street che apre in negativo, soprattutto il Nasdaq che alle 17.30 italiane perde l’1,6%, ma anche il Dow Jones che comunque cede il suo 0,8%.

Non si sono fatti influenzare invece i listini europei. A Piazza Affari tra i titoli migliori ci sono i petroliferi: sugli scudi Eni e Tenaris, rispettivamente oltre il 2% e il 3%, che beneficiano senza dubbio dell’importante rialzo del petrolio. Il Brent riavvicina quota 70 dollari al barile, il Wti supera i 66 dollari. Contrastate invece le banche. La migliore è di gran lunga Unicredit, che guadagna circa il 3% dopo la presentazione della squadra del nuovo CEO Andrea Orcel. Con la riorganizzazione nasce in particolare un nuovo comitato esecutivo (Group Executive Committee, GEC), composto da 15 membri, in sostituzione dell’attuale Executive Management Committee (EMC), che di membri ne aveva 27. In rosso invece Banca Mediolanum, che è il titolo peggiore del Ftse Mib col -2,43%, e anche Banca Generali, Mediobanca e Bper. Chiude col segno meno anche Poste Italiane (-1,25%), nel giorno della trimestrale che evidenzia un utile cresciuto del 46% nel primo trimestre, grazie anche ai servizi assicurativi. “Orgogliosi del nostro ruolo nella campagna vaccinale”, ha tenuto a dire l’Ad Matteo Del Fante.

Raffica di trimestrali anche nel settore legato all’energia: evidenziano un incremento degli utili e anche degli investimenti Terna, Snam, Hera e Acea. I titoli delle rispettive società in Borsa sono però tutti deboli, ad eccezione di quello della multiutility bolognese che riesce a chiudere in territorio appena positivo. Lo spread Btp Bund sale leggermente ma chiude sotto i 115 punti base. L’euro si deprezza sul dollaro: oggi viene scambiato a 1.20769. Stabile l’oro intorno ai 1.824 dollari l’oncia, ma questi sono giorni turbolenti sulle materie prime. Alcune di loro, in particolare rame e ferro ma non solo, stanno toccando in questo periodo i loro massimi storici, e la comunità finanziaria si interroga: sta per aprirsi un super ciclo con prezzi alle stelle o si tratta di una bolla speculativa? Intanto, nell’ambito del rally complessivo delle materie prime agricole, oggi ha toccato un nuovo record persino l’olio di palma.

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