L’inflazione Usa rallenta e i mercati corrono fiduciosi che le buone notizie arrivate oggi spingano la Fed ad allentare la morsa sui tassi d’interesse. Il dato è arrivato infatti alla vigilia della riunione della Federal Reserve, in programma per mercoledì 14 dicembre. Il giorno dopo toccherà invece alla Banca Centrale Europea e alla Bank of England comunicare le novità sulla politica monetaria.
Inflazione Usa ai minimi da un anno
A novembre, i prezzi al consumo negli Usa sono aumentati meno del previsto, attestandosi al 7,1% a fronte di attese al 7,3%. Ad ottobre il rialzo era stato al 7,7%. Secondo quanto comunicato dal dipartimento del lavoro, lo scorso mese, i prezzi sono saliti dello 0,1%, il minimo in tre mesi, contro attese per un +0,2%, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,2%, contro attese per un +0,3%. Su base annuale, il dato “core” è cresciuto del 6%, a fronte di una previsione pari a +6,1%.
I dati positivi comunicati dal dipartimento del lavoro saranno sicuramente valutati dalla Fed che domani dovrebbe comunicare un ulteriore rialzo di tassi di interesse di 50 punti base. Ai mercati però ciò che interessa saranno soprattutto le parole di Jerome Powell sulle prospettive nel 2023. Il rallentamento dell’inflazione potrebbe infatti spingere la Fed ad allentare la stretta sia sul livello massimo del rialzo – alcuni analisti prevedono infatti tassi al 5,25% – che sulla durata.
Borse europee in rally, Wall Street parte col botto
Le Borse europee festeggiano il dato sull’inflazione Usa, ampliando i guadagni visti nel corso della mattinata. Piazza Affari è la migliore, con un rialzo del 2,3% a 24.858 punti. Sugli scudi anche Francoforte (+1,89%), Parigi (+1,84%) e Madrid (+1,41%). Londra sale dello 0,84%.
Ancora più prepotente la corsa dei listini americani, con il Nasdaq che in apertura guadagna il 3,44%%. Rialzo superiore al 2% anche per lo S&P 500, mentre il Dow Jones si impenna dell’1,83%.
Reazioni anche sul fronte valutario, con l’euro che sale e recupera la soglia di 1,06 sul dollaro.