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Inflazione, per il 60% degli italiani l’e-commerce aiuta a contenerla: la ricerca di The European House-Ambrosetti e Amazon

Pixabay

Qual è il principale problema dell’Italia? L’inflazione secondo il 70% degli intervistati che hanno risposto alla survey realizzata da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Amazon, dal titolo “Inflazione e e-commerce: abitudini e percezioni degli italiani”. Dalla ricerca presentata presso la Sala Zuccari del Senato, a Palazzo Giustiniani (Roma) emerge che per 9 italiani su 10 il potere d’acquisto si è ridotto nell’ultimo anno e proprio per questo motivo molte persone hanno intenzione di prestare maggiore attenzione ai prezzi. In questo contesto, il 60% dei rispondenti ritiene che l’e-commerce abbia contribuito al contenimento dell’inflazione, permettendo di aumentare o mantenere invariato il proprio potere d’acquisto. 

L’andamento dell’inflazione

La ripresa economica realizzata dall’Italia nel 2021 a seguito della pandemia ha generato una forte pressione inflattiva, ulteriormente accelerata nel 2022 dalla guerra tra Russia e Ucraina. Percentuali alla mano, si è passati da un tasso di inflazione negativo (o comunque prossimo allo 0%) nel 2020 ad uno medio dell’8,9% nell’ultimo anno. Non a caso, 7 italiani su 10 ritengono che l’incremento dei prezzi e del costo della vita sia oggi il principale problema in Italia, quasi 30 punti percentuali in più rispetto al secondo problema maggiormente sentito, cioè la disoccupazione. Si tratta, spiega lo studio di The European Forum Ambrosetti di “una percezione trasversale a tutte le fasce d’età e presente uniformemente in tutte le aree geografiche”. 

Il ruolo e i benefici dell’e-commerce

“Negli ultimi anni, la digitalizzazione è diventata sempre più un fattore fondamentale per la vita dei cittadini e le attività delle imprese. All’interno del nuovo paradigma, uno dei settori più impattati è il commercio, e in particolare quello digitale. L’e-commerce è un fenomeno trasformativo, con benefici economici, industriali e sociali rilevanti per i cittadini e il sistema-Paese. Infatti, dal nostro Studio emerge anche il ruolo sociale del commercio digitale: in un contesto di elevata inflazione, 6 italiani su 10 ritengono che l’e-commerce abbia permesso loro di aumentare o mantenere invariato il proprio potere di acquisto nell’ultimo anno”, ha dichiarato Lorenzo Tavazzi, partner, The European House – Ambrosetti. 

Obiettivo dello studio realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon è stato analizzare l’impatto dell’inflazione sulle abitudini di consumo degli italiani e il ruolo del commercio elettronico. L’e-commerce, secondo la ricerca, sta giocando un ruolo strategico nell’attuale contesto socio-economico, con il 60% degli italiani che sostiene che abbia contribuito al contenimento dell’inflazione, permettendo di aumentare o mantenere invariato il proprio potere d’acquisto. 

Dalla survey emerge una maggiore percezione dell’economicità del canale online tra i più giovani e i cittadini con livelli di istruzione più alti. Mentre i benefici in termini di maggiore accessibilità e ampiezza dell’offerta sono percepiti soprattutto dalle fasce d’età più anziane.“La percezione del beneficio del commercio online sul potere d’acquisto è poi maggiore dove l’inflazione ha colpito di più e, principalmente, nel Mezzogiorno” sottolinea lo studio, secondo cui i benefici del commercio elettronico non si riferiscono solamente ai prezzi, ma anche alla maggior reperibilità e alla più ampia offerta online di molti prodotti, in particolar modo nei Comuni più piccoli.

E-commerce come strumento di promozione del Made in Italy

Secondo la survey, l’e-commerce può diventare anche uno strumento di promozione del Made in Italy. Non a caso 3 italiani su 4 acquistano prodotti Made in Italy via e-commerce. Tra le categorie merceologiche più apprezzate online figurano Fashion (43,7%), Food&Beverage, (32,5%) e Furniture (23,4%), ovvero le «3F» del Made in Italy in cui è riconosciuta all’Italia una leadership a livello internazionale, rappresentando il 30% del valore aggiunto (74,8 miliardi di euro), il 37% dell’export (125,3 miliardi di euro) e il 40% dell’occupazione del sistema manifatturiero italiano (1,5 milioni dioccupati).

In questo contesto, “Amazon si posiziona al primo posto tra i principali brand – sia fisici che marketplace – con maggiori benefici percepiti dagli italiani su contributo al potere d’acquisto, economicità, varietà e ampiezza dell’offerta”, evidenzia la ricerca. “Nei momenti di difficoltà, le persone tendono a scegliere le aziende di cui si fidano e che offrono il miglior rapporto qualità- prezzo – afferma Mariangela Marseglia, country manager Italia e Spagna di Amazon – È quello che gli italiani hanno riscontrato nell’e-commerce e su cui noi siamo impegnati sin dal primo giorno: offrire prezzi bassi, un’ampia selezione di prodotti, consegne rapide, e un servizio post vendita efficiente”.

Gli effetti sul commercio tradizionale

Interessante la riflessione contenuta nello studio sul rapporto tra e-commerce e commercio tradizionale. Secondo la survey, infatti, la maggiore diffusione dell’e-commerce porta con sé benefici per i consumatori anche grazie al miglioramento nell’offerta dei retailer fisici: 1 italiano su 4 ha osservato un miglioramento nell’offerta del commercio tradizionale negli ultimi anni, in termini di maggiore economicità (49,1%), di maggiore facilità di accesso ad informazioni su sconti e promozioni (42,5%) e migliore qualità del servizio di assistenza (40,3%). Un esempio di questo effetto è il Black Friday, diventato una consuetudine anche per il commercio tradizionale.  

“L’e-commerce ha cambiato le abitudini di acquisto nel nostro Paese. Tuttavia, l’innovazione ha costi sociali e culturali importanti, se non viene gestita a dovere: il contesto competitivo e l’esplosione dell’e-commerce dovuto alla pandemia avrebbero dovuto portare le attività commerciali tradizionali verso l’attivazione di canali digitali. In realtà, la digitalizzazione è in corso ma si sviluppa in modo discontinuo. Per sopperire a queste fragilità, il Sistema camerale mette a disposizione delle imprese e degli imprenditori i Punti Impresa Digitale (PID) al fine di accompagnare le piccole-medie imprese italiane ad agganciare le opportunità della rivoluzione digitale. La misura più tangibile di vantaggio per il Paese proveniente dal commercio online si misura sul piano esterno”, ha dichiarato Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere che, intervenuto nel corso della presentazione del report, ha sottolineato: “Occorre quindi supportare le piccole-medie imprese italiane nel processo di internazionalizzazione, sfruttando le opportunità offerte dai canali digitali e dall’e-commerce”.

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Categories: Economia e Imprese