Condividi

Inflazione: nell’Eurozona scende più delle attese, stabile negli Usa. Fed verso taglio dei tassi dello 0,25%

Nell’Eurozona l’inflazione rallenta al 2,2%, mentre in Italia scende all’1,1% ad agosto. Stabili i prezzi negli Usa. Le Borse toccano nuovi record, poi rintracciano

Inflazione: nell’Eurozona scende più delle attese, stabile negli Usa. Fed verso taglio dei tassi dello 0,25%

Le ultime percentuali sono arrivate nel primo pomeriggio dagli Stati Uniti, quelle precedenti, pubblicate in mattinata dall’Eurostat hanno sorpreso in positivo i mercati. E così ormai secondo gli investitori non ci sono più dubbi: l’inflazione sta andando meglio del previsto sia nell’Eurozona e e banche centrali non hanno più alcun motivo per non procedere al primo (per la Fed) e al secondo (per la Bce), taglio dei tassi del 2024. E le Borse festeggiano quella che ormai è diventata una vera certezza.

Usa: inflazione stabile al 2,5% 

Negli Stati Uniti l’inflazione è in linea con le attese. Secondo il dipartimento del Commercio relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi,a luglio, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), la misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente, in linea con il consensus, ed è cresciuto del 2,5% rispetto a un anno prima, un dato pari alle stime e al mese precedente. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta anch’essa dello 0,2% rispetto al mese, pari alle stime e al mese precedente, e del 2,6% rispetto a un anno prima, dato invariato rispetto a giugno, con le attese al 2,7%. 

Altro dato importante pubblicato in giornata riguarda la spesa per i consumi negli Stati Uniti che è aumentata a luglio dello 0,5% dopo aver registrato un incremento dello 0,3% a giugno, secondo il dipartimento del Commercio. Anche in questo caso il dato è in linea con le attese e suggerisce che l’economia rimane su un terreno solido all’inizio del terzo trimestre, mettendo in dubbio la possibilità di un taglio di mezzo punto percentuale dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve il mese prossimo. La maggior parte degli economisti ritiene infatti che la Fed si opporrà a una riduzione dei tassi di mezzo punto percentuale, poiché l’economia continua a procedere e l’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale, anche se le pressioni sui prezzi continuano a diminuire. Dal discorso del presidente della Fed Jerome Powell a Jackson Hole, gli investitori si chiedono infatti quale sarà la misura della sforbiciata ormai certa: 25 o 50 punti base. Gli ultimi dati sembrano dunque suggerire la prima opzione.

Eurozona: l’inflazione scende più del previsto

Dopo i dati positivi arrivati nei giorni scorsi sui prezzi al consumo di Germania e Spagna, a sorprendere i mercati oggi sono le percentuali diffusi dall’Eurostat. La stima flash dice infatti che l’inflazione nella zona Euro è scesa al 2,2% su anno dal 2,6% registrato a luglio. Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato (4,2%, rispetto al 4% di luglio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di luglio), beni industriali non energetici (0,4%, contro 0,7% a luglio) ed energia (-3%, contro 1,2% a luglio).

Giù anche i prezzi italiani, con l’inflazione che ad agosto è tornata a decelerare, essenzialmente grazie all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati. Secondo i dati provvisori diffusi stamani da Istat, nel mese in esame il Nic ha evidenziato incrementi dello 0,2% congiunturale e dell’1,1% tendenziale, a fronte di attese rispettivamente pari a +0,3% e +1,2%. Infine, in Francia, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato ad agosto dell’1,9% su base annua. L’indicatore è sotto la soglia simbolica del 2% per la prima volta dall’agosto 2021.

Borse da record dopo i dati sull’inflazione

Gli ottimi dati sull’inflazione hanno spinto al rialzo i listini europei, che toccano nuovi record, salvo poi rintracciare leggermente, in attesa che le borse mondiali chiudano il quarto mese consecutivo in rialzo.  Il Ftse Mib di Milano sale dello 0,5%, consolidando i 34mila punti riagganciati giovedì, positivi anche il Cac di Parigi (+0,2%), l’Ibex di Madrid (+0,3%) e il Ftse 100 di Londra (+0,17,%), il Dax di Francoforte (+0,2%).

A contribuire all’umore positivo sono stati i commenti di Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo della Bce, che ha affermato che l’inflazione tornerà all’obiettivo del 2% entro la fine del 2025. Non solo, secondo il governatore della banca centrale estone, Madis Muller: “Possiamo essere sempre più fiduciosi che a settembre sarà possibile ridurre i tassi di politica monetaria”, ha detto Muller a Bloomberg citando una crescita salariale più lenta e altri dati macro risultati in linea con le proiezioni Bce. 

Apertura positiva anche per la Borsa Usa, con lo S&P 500 che guadagna mezzo punto percentuale, il Nasdaq che procede di slancio con un rialzo dello 0,9%. Più arretrato il Dow Jones, che segna +0,2%. 

Commenta