La frenata dei prezzi dell’energia (petrolio, gas e carburanti), rallenta l’inflazione a settembre in Italia e nell’Eurozona. Secondo i dati provvisori Istat, a settembre l’indice Nic dei prezzi al consumo è sceso dello 0,3% su base congiunturale mentre è salito dello 0,3% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Cifre in linea con le attese mentre l’Ipca (l’indice armonizzato all’Europa) è salito dell’1,6% su mese (si tratta della variazione maggiore dal+2,1% dello scorso marzo) e dello 0,2% tendenziale (consensus +0,3%). L’inflazione acquisita per il 2015 scende a +0,1%.
Nell’Eurozona, sempre in settembre, il tasso di inflazione annuale torna sotto zero. La stima flash di Eurostat indica quota -0,1%, in calo rispetto a +0,1% ad agosto. L’ultima volta che il tasso di inflazione si trovava sotto zero era lo scorso marzo(-0,1%). Per quanto riguarda le componenti principali, alimentari, alcol e tabacchi sono attesi avere il tasso più elevato di aumento dei prezzi (1,4% rispetto a 1,3% ad agosto), seguiti da servizi (1,3% rispetto a 1,2% ad agosto), beni industriali non energetici (0,3% rispetto a 0,4% ad agosto), energia (-8,9% rispetto a -7,2% ad agosto). Ne risulta che il calo sottozero è dovuto interamente al calo dei prezzi dell’energia.
Tornando all’Italia,”il lieve rialzo dell’inflazione è principalmente imputabile all’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,4%, da +1,9% di agosto) e all’inversione della tendenza di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8%, da -0,1% del mese precedente). Questi aumenti sono in parte bilanciati dall’ulteriore caduta dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-12,8%, da -10,4% di agosto)”,spiega l’Istat. Gli energetici non regolamentati sono olio, gas e carburanti essenzialmente.
Tanto vero che l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale allo 0,8%. E al netto dei soli beni energetici si porta a +0,9%.