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Inflazione: la fiammata estiva su elettricità e gas si è fatta sentire sulle famiglie più povere

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, comunque, i sostegni del governo hanno avuto un forte effetto redistributivo, riducendo l’impatto sulle famiglie più povere dell’88%

Inflazione: la fiammata estiva su elettricità e gas si è fatta sentire sulle famiglie più povere

La fiammata estiva dell’inflazione si è fatta sentire sulle famiglie italiane meno abbienti. È quanto emerge da un Flash dell’Ufficio parlamentare di bilancio relativo all’impatto del caro vita sulle famiglie e agli effetti redistributivi delle misure di sostegno varate dal Governo.

Secondo l’analisi, grazie ai sostegni, da giugno 2021 a maggio di quest’anno l’impatto dell’inflazione sulla spesa delle famiglie più povere era stato praticamente azzerato. Ora invece queste stesse famiglie subiscono un contraccolpo (per l’intero periodo) pari a circa l’1,3 per cento della spesa. E a incidere, per questo segmento di popolazione, sono soprattutto gli aumenti di elettricità e gas, che nei quattro mesi estivi hanno superato il valore del bonus 150 euro, del potenziamento della decontribuzione e della rivalutazione delle pensioni.

Spesa delle famiglie +3,7 per cento in 16 mesi

Nell’intero periodo considerato, si stima che la spesa media di tutte le famiglie, tenuto conto delle misure di sostegno, sia aumentata di circa il 3,7 per cento. Senza tali misure, l’impatto medio sui bilanci familiari sarebbe stato più elevato, pari al 6,9 per cento, di cui 4,8 punti imputabili al comparto energetico. Nel complesso, quindi, gli interventi di sostegno hanno contenuto di circa il 46 per cento (3,2 punti) l’aumento della spesa collegato all’inflazione.

Per il primo decile (quello con il livello di spesa più basso) l’inflazione avrebbe comportato, in assenza di politiche di sostegno, un incremento della spesa pari a circa il 10,9 per cento, 4 punti in più della media nazionale e più del doppio dell’impatto sul decimo decile (quello delle famiglie più ricche). Ciò è dovuto al fatto che i maggiori aumenti hanno riguardato beni di prima necessità (elettricità, gas e alimentari), che incidono molto sulla spesa dei soggetti più poveri.

Dai sostegni “un sensibile effetto redistributivo”

L’ammontare di risorse di cui hanno beneficiato le famiglie a partire da giugno 2021 è stimato in circa 27 miliardi. Nel complesso, scrive l’Upb, “le misure di sostegno hanno prodotto un sensibile effetto redistributivo”, riducendo l’impatto dell’inflazione sulle famiglie del primo decile di circa l’88 per cento (9,6 punti) e portandolo a un livello pari a circa un terzo di quello medio (1,3 punti contro 3,7).

Anche le famiglie più ricche ricevono comunque risorse significative (ad esempio, il 10,4 per cento affluisce al decimo decile). Ciò si spiega con la circostanza che questi nuclei consumano più energia e quindi beneficiano maggiormente degli interventi di riduzione dei prezzi in termini assoluti. Ad esempio, il taglio delle accise sui carburanti destinato al decimo decile vale circa il 2,6 per cento delle risorse complessivamente distribuite, mentre quello di cui beneficia il decile più povero non va oltre lo 0,4 per cento. Anche se in misura minore, lo stesso fenomeno riguarda anche la riduzione degli oneri di sistema su elettricità e gas e il taglio dell’IVA sul gas.

Inflazione: andamenti diversi nei vari settori

Le prime tensioni dovute al caro vita si sono avvertite a giugno 2021 e – spiega l’UPB – e da allora a settembre 2022 l’indice generale dei prezzi al consumo è aumentato del 9,6 per cento. Tuttavia, l’andamento dell’inflazione è risultato molto differente a seconda della categoria di beni considerata. L’indice che ha registrato la crescita maggiore è quello legato alle spese per abitazione, che comprende le spese per utenze energetiche (+36,2 per cento). L’aumento del prezzo dei beni energetici si è riflesso anche sull’aggregato della spesa per trasporti (+11,2 per cento), mentre i prezzi dei prodotti alimentari hanno accumulato una crescita complessiva dell’11,7 per cento.

Negli ultimi quattro mesi il comparto relativo alle spese per abitazione ha continuato a crescere in modo sostenuto; i prezzi dei trasporti, invece, hanno continuato a salire fino a luglio per poi diminuire negli ultimi due mesi e quelli dei beni alimentari sono aumentati ogni mese a un tasso pressoché costante.

Vai all’infografica dell’Upb.

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