I prezzi al consumo tornano a rallentare nel mese di novembre. Secondo i dati provvisori diffusi oggi da Istat, l’indice Nic dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,4% su base congiunturale ed è salito dello 0,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli analisti indicavano una crescita di 0,3 punti percentuali su base annua.
L’indice armonizzato Ipca è sceso dello 0,5% su mese ed è salito dello 0,1% tendenziale.
L’inflazione acquisita per il 2015 è stabile a +0,1%.
I nuovi dati alimentano il timore che la ripesa sia meno efficace del previsto. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in un’intervista domenica al Corriere della Sera, ha detto che al momento non ci sono “elementi concreti” che inducano a rivedere la stima di +0,9% sul Pil del 2015.Tuttavia, ha precisato che la nuova avanzata terroristica potrebbe metttere a rischio la qualità della ripresa.
Istat spiega che il rallentamento dell’inflazione è dovuto principalmente alla “riduzione dell’ampiezza della crescita tendenziale dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4% da +1,4% di ottobre), causata soprattutto dai servizi ricettivi e di ristorazione (+0,7% da +2,1% del mese precedente), alla quale si aggiunge il contenimento della dinamica dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,2%, da +4,1% di ottobre)”.
“Questi andamenti sono in parte bilanciati dal rallentamento della flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati, in pratica i carburanti,(-11,2%, da -12,7% di ottobre)”.
L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende a +0,6% dal +0,8% di ottobre. Al netto dei soli beni energetici l’inflazione rallenta a +0,8% da +1%.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, il cosiddetto carrello della spesa, non variano su base congiunturale e registrano una flessione tendenziale stabile e pari a -0,1%.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona salgono dello 0,3% su mese e dell’1,3% su base annua.