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Inflazione Eurozona recupera, ma è ancora debole: +0,7% ad aprile

Delude il Pil: +0,2% nel primo trimestre – Si rafforza così l’attesa dei mercati per le nuove misure non convenzionali che la Bce potrebbe lanciare a giugno, dopo le elezioni europee – La Bce ribadisce ancora una volta di essere orientata ad intervenire “con prontezza, se necessario, attraverso un ulteriore allentamento della politica monetaria”.

Inflazione Eurozona recupera, ma è ancora debole: +0,7% ad aprile

Confermata la lieve risalita dell’inflazione nell’area euro. Secondo i dati definitivi diffusi da Eurostat, ad aprile la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è attestata allo 0,7%. A marzo, invece, l’inflazione era caduta al minimo storico con lo 0,5%.

Nonostante il lieve recupero, l’inflazione media dell’Unione valutaria rimane comunque lontana dall’obiettivo ufficiale della Banca centrale europea, che indica come target un valore inferiore ma vicino al 2%.

Anche la crescita economica rimane sotto le attese. Nel primo trimestre, sempr secondo Eurostat, il Pil dell’Eurozona ha segnato un aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. La metà circa di quanto atteso dagli analisti.

Si rafforza dunque l’attesa dei mercati per le nuove misure non convenzionali che la Bce potrebbe lanciare a giugno, dopo le elezioni europee. Negli ultimi mesi si è parlato spesso di un quantitative easing all’europea, un’operazione sollecitata sia dal Fondo monetario internazionale sia dall’Ocse. Da parte sua, il Consiglio direttivo dell’Eurotower ha ripetuto più volte di essere pronto a mettere in campo misure eccezionali per contrastare la debolezza dell’inflazione. 

Nell’editoriale dell’ultimo bollettino mensile pubblicato questa mattina la Bce sottolinea ancora una volta di essere orientata ad intervenire “con prontezza, se necessario, attraverso un ulteriore allentamento della politica monetaria”, onde evitare che la bassa inflazione si protragga troppo a lungo.

“Il Consiglio direttivo – si legge nel testo – ribadisce con fermezza che continua ad attendersi tassi di interesse di riferimento su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”, viene anche ripetuto nell’editoriale dell’ultimo bollettino mensile.

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