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Inflazione, Bce: “Scenderà nella seconda metà del 2022, ma il caro-energia continuerà a pesare”

Secondo l’ultimo bollettino Bce, ad oggi “non c’è alcun allarme per la stabilità finanziaria”, ma con la guerra “i rischi al ribasso per l’outlook sono aumentati considerevolmente”

Inflazione, Bce: “Scenderà nella seconda metà del 2022, ma il caro-energia continuerà a pesare”

“Siamo molto vicini al picco dell’inflazione: vedremo una discesa nella seconda metà dell’anno, ma resterà comunque alta”. Lo ha detto il numero due della Bce, Luis de Guindos, intervenendo giovedì all’Europarlamento.

L’ultimo bollettino della Banca centrale europea conferma che “l’inflazione è aumentata in misura significativa e si manterrà elevata nei prossimi mesi, soprattutto a causa del brusco incremento dei costi dell’energia. Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate in molti settori. L’inflazione dei beni energetici ha raggiunto un nuovo massimo storico, salendo al 44,7% a marzo, dal 32% del mese precedente. Tutti i tassi di variazione sui dodici mesi dei prezzi dell’energia osservati da settembre 2021 sono stati i più elevati mai registrati dall’istituzione dell’unione monetaria”.

La guerra pesa sull’inflazione di energia e beni alimentari

I fattori alla base degli ultimi rincari dei beni energetici “sono connessi all’invasione russa dell’Ucraina e ai connessi timori di possibili interruzioni nell’offerta di energia”, prosegue il bollettino. La guerra in Ucraina sta inoltre esercitando pressioni al rialzo sulle quotazioni dei beni alimentari, “perché sia la Russia sia l’Ucraina sono importanti esportatori di cereali, nonché di minerali utilizzati per la produzione di fertilizzanti. Le crescenti pressioni sui prezzi al consumo dell’energia sono state in parte attenuate dalle misure fiscali introdotte dai governi dell’area dell’euro”.

De Guindos: “Nessun allarme per la stabilità finanziaria”

Per quanto riguarda la stabilità finanziaria generale dell’Eurozona, “finora le ricadute della guerra non hanno rappresentato una minaccia diretta – ha detto ancora De Guindos davanti al Parlamento europeo – I mercati finanziari sono stati altamente volatili dall’inizio dell’invasione, ma continuano a funzionare in modo ordinato”. È vero quindi che i prezzi elevati delle materie prime aumentano le preoccupazioni, ma – sottolinea il vice di Christine Lagarde – fin qui non si sono verificati incidenti di rilievo e lo stress è stato contenuto.

Bce: “Rischi al ribasso aumentati, serve ancora sostegno monetario”

Allo stesso tempo, però, nel bollettino della Bce si legge che “i rischi al ribasso per le prospettive di crescita sono considerevolmente aumentati per effetto della guerra in Ucraina. Sebbene siano diminuiti i rischi legati alla pandemia, la guerra potrebbe incidere in misura ancora maggiore sul clima di fiducia e aggravare ulteriormente le limitazioni dal lato dell’offerta”. I costi dell’energia persistentemente elevati, insieme alla perdita di fiducia, potrebbero deprimere la domanda e frenare i consumi e gli investimenti in misura superiore al previsto.

Per queste ragioni, “il sostegno della politica monetaria e di quelle di bilancio rimane cruciale, soprattutto in questa difficile situazione geopolitica. In aggiunta – continua ancora il bollettino – il successo nell’attuazione dei piani di investimento e riforma nel quadro del programma Next Generation EU accelererà le transizioni energetica ed ecologica. Ciò dovrebbe contribuire alla crescita e alla capacità di tenuta dell’area dell’euro nel lungo periodo”.

In ogni caso, la Bce ribadisce quanto già chiarito da Christine Lagarde, ovvero che “qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro del Paa da parte del Consiglio direttivo e sarà graduale”.

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