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Inflazione a livelli record in Europa e in Italia ma le Borse resistono e Milano chiude in leggero rialzo

Malgrado l’inflazione continui a correre, tutte le Borse europee, salvo quella olandese, aprono in moderato rialzo il nuovo semestre dopo i tracolli dei primi sei mesi dell’anno

Inflazione a livelli record in Europa e in Italia ma le Borse resistono e Milano chiude in leggero rialzo

Le azioni salgono timidamente, ma i titoli di Stato vanno a ruba e i rendimenti scendono. In un contesto ad alta volatilità, Piazza Affari chiude la prima seduta di luglio in rialzo dello 0,29% a 21.354 punti. È migliore la performance dell’obbligazionario, con lo spread tra Btp decennale italiano e Bund tedesco di pari durata in calo a 184 punti base (-5,12%) e rendimenti che retrocedono: +3,06% il Btp da 3,3% di ieri e +1,22% il Bund da +1,36% della vigilia.

Ecco, la lista delle buone notizie dai mercati più o meno finisce qui.

È contrastata infatti la foto finale delle altre borse europee: svetta Madrid con un guadagno dello 0,9%; sono allineate con Milano, Francoforte +0,23% e Parigi +0,14%, cede ulteriormente quota Amsterdam -0,54%; è piatta Londra.

Oltreoceano Wall Street, dopo un avvio debole, sta ancora cercando il suo baricentro. Salgono invece i prezzi dei T-Bond e arretrano i rendimenti. Il Treasury decennale mostra al momento un tasso del 2,88% (-2,91%), mentre la borsa americana si prepara a un lungo weekend per la festa del 4 luglio di lunedì.

Inflazione record in Europa: in Italia non si vedeva un balzo così dai tempi di Craxi 

La seduta di oggi in Europa è stata assai volatile, parzialmente condizionata dal nuovo record dell’inflazione della zona euro, +8,6% nel mese di giugno (da +8,1% a maggio), oltre le attese. Sul banco degli imputati, per questa corsa dei prezzi, sono soprattutto i costi dell’energia, ma anche alimentari e servizi. E i prezzi corrono pure in Italia: +8%, un balzo che non si vedeva dal gennaio 1986, durante il primo governo Craxi, quando la crescita fu +8,2%.

Con l’inflazione che è quattro volte il target della Bce e che non accenna a rallentare, la strada per la banca centrale appare sempre più impervia. Salgono così le scommesse per un rialzo dei tassi di 50 punti base nella riunione del 21 di luglio, rispetto alla stima iniziale di 25 punti. 

In questo contesto c’è chi vede però il bicchiere mezzo pieno: la voglia di un rimbalzo sui mercati ci sarebbe. “Questa è un’inflazione dovuta alla carenza di offerta. Se si arrivasse a un’intesa sull’Ucraina, i prezzi delle materie prime crollerebbero e il mercato schizzerebbe”, dice un trader a Reuters.

Rallenta poi la manifattura del blocco, con il Pmi di giugno che scende a 52,1 da 54,6 di maggio. La linea del Piave tra espansione e contrazione è 50 e quindi i numeri segnalano ancora una crescita, persino leggermente superiore alle attese (52,0). In ogni caso si tratta, spiega Markit, del quinto calo mensile, che porta l’indice ai minimi da agosto 2020.

Anche in Italia si registra un calo, a 50,9 da 51,9 di maggio. Meglio però delle previsioni a 50,8.

Sale l’indice del dollaro e l’euro arretra

Sul mercato valutario, nel timore che arrivi una recessione, ci si ripara in un porto sicuro: il dollaro, il cui indice è in rialzo. L’euro si fa più piccolo e fatica a mantenere il cambio in area 1,04% contro il biglietto verde.

Cerca di rialzare la testa il bitcoin, +1,61%, 19.430 dollari, che ha perso circa il 70% dal suo massimo.

Intanto la Ue cerca di mettere ordine nel “Far West delle criptovalute”. I rappresentanti del parlamento europeo e degli Stati membri Ue hanno raggiunto infatti un accordo nella tarda serata di ieri sulla legge sui mercati dei cripto-asset (MiCA). Le società di criptovalute in futuro avranno bisogno di una licenza e di tutele per i clienti per emettere e vendere gettoni digitali nell’Unione europea.

Tra le materie prime si muove in rialzo il petrolio, con il Brent che si apprezza dello 0,95% a 110 dollari al barile. I timori di un rallentamento economico, che si sono fatti sentire nei giorni scorsi, sono probabilmente compensati dalle interruzioni delle forniture in Libia e dalle previste chiusure in Norvegia.

Piazza Affari tiene con i difensivi; giù le banche

Sembrava che Saipem avrebbe preso fiato oggi, invece chiudono nuovamente agli antipodi, in cima e in fondo al listino, le azioni (+8,3%) e i diritti (-19,05%), nel contesto di un aumento di capitale per la società da 2 miliardi.

A tenere a galla Piazza Affari provvedono quindi titoli ritenuti difensivi come i farmaceutici, Amplifon +3,9% e Recordati +3,69%, nonché le utility, A2a +2,31%, Hera +1,88%, Enel +1,78%.

Nella top ten odierna trova spazio Telecom +2,96%, dopo indiscrezioni di stampa che parlano di difficoltà a raggiungere un accordo con Cvc per l’ingresso nell’EnterpriseCo.

Bene Leonardo, +1,9%, che festeggia buoni affari in Polonia. La controllata polacca, PZL-Świdnik, ha ottenuto infatti dal ministero della difesa del paese un contratto del valore lordo di 8,25 miliardi di zloty (circa 1,8 miliardi di euro) per la fornitura di 32 elicotteri multiruolo AW149.

Si apprezzano Inwit +2,42% e Generali +2,23%.

Vanno ancora a fondo invece le banche a partire da Bper -3,09% e Banco Bpm -2,36%.

Il titolo tecnologico per eccellenza del Ftse Mib, Stmicroelecrtonics perde il 2,94% per il calo prospettive globali del settore chip e smartphone, certificato dal taglio dei target da parte del colosso Usa dei chip Micron Technology.

Vanno giù anche i titoli petroliferi: Tenaris -1,87% ed Eni -0,88%. Prese di profitto su Moncler -1,44%.

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