“Se qualcuno ha bisogno, noi ci siamo, senza fare gli interventi del passato”. Queste le parole con cui l vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, a margine del salone Fieracavalli a Verona, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse d’accordo con le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti sull’ipotesi di una ricapitalizzazione di alcune banche in caso di spread a quota 400.
Incredibile. Ma le banche non erano i nemici del popolo? Così dicevano la Lega e i Cinque Stelle, ma nella scorsa legislatura. Ricordate le polemiche sul salvataggio delle banche in crisi? Sembrava che i governi Renzi e Gentiloni, anzichè aiutare i risparmiatori beffati dalla mala gestio di qualche istituto, come era doveroso che facessero, volessero regalare soldi ai banchieri. Ma quella della Lega e dei Cinque Stelle era pura demagogia. Come lo era e lo è quella sugli aiuti di Stato al Monte dei Paschi che, con il salvataggio e la ricapitalizzazione ideata dai precedenti governi, ha risparmiato all’Italia una crisi che avrebbe coinvolto l’intero sistema bancario nazionale ed europeo, anche se il leghista Borghi, eletto nel collegio di Siena, è troppo accecato dalla propaganda per riconoscerlo.
Ora che lo spread Btp-Bund rischia di avvicinarsi pericolosamente a quota 400 e di imporre perciò nuovi aumenti di capitale alle banche (che vuol dire meno mutui per la casa e meno prestiti a imprese e famiglie), Salvini comincia a preoccuparsi. Ed era ora che lo facesse. Ma, anzichè incidere sugli effetti (lo spread che sale e che danneggia le banche, come ha ammonito anche il presidente della Bce, Mario Draghi)), non sarebbe più saggio agire sulle cause (cioè fare una politica economica che rispetti le regole europee, eviti di scassare la finanza pubblica e punti davvero alla crescita e al lavoro dei giovani anzichè alle pensioni di chi vuole lasciare il lavoro prima del tempo e all’assistenzialismo al sud attraverso il farlocco reddito di cittadinanza)?
Sarebbe davvero paradossale che il Governo sovranista e populista che prometteva o minacciava guerra aperta alle banche – come se l’economia capitalistica potesse funzionare senza l’intermediazione finanziaria – passasse alla storia come il Governo che, per i suoi errori, è stato costretto a impiegare ingenti risorse nel salvataggio delle banche anzichè nella crescita e nel lavoro dei giovani.