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Industria, produzione auto Ko in aprile: -17,1%

FIRSTonline

Nuova contrazione della produzione industriale in aprile. Lo rileva l’Istat che ha diffuso una stima di -0,7% rispetto a marzo. Alimentari e bevande sono gli unici settori positivi, in un quadro generale depresso per la manifattura italiana.

E’ vero che – rileva l’Istat – la collocazione della festività del 25 aprile, potrebbe avere generato un effetto di penalizzazione di calendario. Ma al di là delle oscillazioni mensili, è evidente il rallentamento delle nostre produzioni, visibile in un calo dello 0,7% da marzo, dopo gli aumenti di inizio anno.

Anche su base annua c’è una contrazione dell′1,5% per gli effetti di calendario. Da marzo l’indice è in aumento solo per il comparto energia (+3,6%), i beni strumentali segnano -2,5%, i beni intermedi -0,7% e i beni di consumo -0,5%.

Il punto critico è il settore auto, la produzione italiana che è diminuita ad aprile del 17,1% rispetto all’anno precedente. Nel quadrimestre il calo è stato del 14,7%, un problema che emerge non solo in Europa ma anche in Usa, Canada e Messico e soprattutto in Cina dove per l’auto si è rilevata – sempre nei primi quattro mesi dell’anno – una contrazione cumulata del 14,7% (1,2 milioni di vetture in meno).

Rispetto ad aprile 2018, risultano in flessione 13 settori su 15 ai quali corrisponde un peso pari a quasi l′80% dell’industria. Una flessione significativa non poteva non avere un impatto che su Piazza Affari che a metà mattina rallenta il passo (+0,14%) rispetto all’apertura. Registrano un aumento tendenziale solo la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+5,8%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,9%).

Preoccupante è però la vastità settoriale del calo, che vede in coda le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,4%), quella di macchinari e attrezzature n.c.a. (-6,2%) e di mezzi di trasporto (-6,1%).

Prendendo i valori correnti degli ultimi nove mesi, gli investimenti in
macchinari sono stati superiori di appena 93 milioni rispetto al periodo precedente, quando invece il balzo era stato di ben 8,5 miliardi
di euro.

Se il presente non è tanto brillante, il futuro non sarà particolarmente diverso: le stime più recenti vedono per la manifattura italiana una crescita zero nei ricavi a valori costanti, tenendo conto dell’effetto-prezzi. 

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Categories: Economia e Imprese