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Industria, nuovo rapporto Intesa e Prometeia: la manifattura tornerà a crescere grazie all’export e alle transizioni digitale e ambientale

Pixabay

Intesa Sanpaolo e Prometeia hanno presentato il nuovo Rapporto sull’Analisi dei Settori Industriali per Ottobre 2024. Lo studio evidenzia le previsioni di crescita del settore manifatturiero italiano, le dinamiche di mercato attese per il prossimo biennio e le sfide legate alle transizioni digitale e ambientale.

Nei prossimi due anni, il manifatturiero italiano tornerà a crescere, sostenuto dal calo dell’inflazione e dei tassi di interesse, con un tasso annuo di incremento dell’1,1% e una ripresa delle esportazioni, previste in crescita oltre il 2% all’anno. L’export beneficerà di un’offerta specializzata e di nicchia, con un saldo commerciale atteso oltre i 124 miliardi di euro entro il 2026. Il mercato interno, seppur incerto nel 2024, vedrà una ripresa di consumi e investimenti grazie a Transizione 5.0 e al Pnrr. Le imprese italiane godranno inoltre di solide condizioni di autofinanziamento, con margini in aumento e una quota crescente di aziende ad alta redditività. I settori di punta saranno elettrotecnica, largo consumo e farmaceutica, mentre il comparto dei beni intermedi affronterà sfide, soprattutto nell’automotive e nelle costruzioni, quest’ultimo in lieve rallentamento dopo anni di forte domanda.

Torna a crescere il settore manifatturiero

Dopo un 2024 caratterizzato da incertezze e un calo del -0,9% del fatturato a prezzi costanti, il manifatturiero italiano è destinato a recuperare terreno nei prossimi due anni. Grazie alla stabilizzazione dell’inflazione e alla riduzione dei tassi d’interesse, le condizioni di domanda miglioreranno, sia a livello nazionale che internazionale. La crescita annua del settore manifatturiero è prevista all’1,1% in media, mentre le esportazioni di beni manufatti italiani potrebbero crescere di oltre il 2% all’anno, portando il saldo commerciale a superare i 124 miliardi di euro entro il 2026.

Le prospettive di crescita del mercato interno

Il mercato interno, nonostante un 2024 di incertezze, mostra segnali positivi per una ripresa a partire dal 2025. La ripresa dei consumi sarà incentivata dall’aumento dell’occupazione e dai rinnovi contrattuali, mentre gli investimenti saranno sostenuti dal piano Transizione 5.0 e dall’implementazione del PNRR. L’industria italiana gode di solide basi, con un Ebitda margin che ha superato l’11% nel 2023, grazie a politiche di efficientamento energetico che hanno ridotto i costi.

La resilienza del manifatturiero italiano

Il bilancio del 2023 conferma la solidità del settore manifatturiero italiano, con un miglioramento della redditività e della capacità di autofinanziamento. Circa il 46% delle imprese ha registrato un Roi superiore al 10%, un incremento rispetto al 32% del 2020, segno di una diffusa robustezza finanziaria. L’efficienza energetica e l’adozione di nuove tecnologie hanno contribuito al miglioramento dei margini, rendendo l’industria italiana più resiliente alle turbolenze di mercato.

Nel 2024 crescono solo i settori orientati all’export

Nel 2024, solo i settori orientati all’export e meno sensibili ai cicli economici registreranno una crescita importante: Farmaceutica e Largo consumo vedranno aumenti superiori al 4%, mentre l’Alimentare e bevande crescerà modestamente (+0,8%). Tra i beni di investimento, l’Elettrotecnica sarà l’unico settore dinamico (+1,8%), grazie agli investimenti nella transizione energetica. I settori dei beni intermedi come Intermedi chimici (+1,5%) e Metallurgia (+0,9%) vedranno una ripresa. Meccanica ed Elettronica, invece, subiranno cali di fatturato (-1,6% e -2,9%). La filiera delle costruzioni si normalizzerà, con modesti aumenti nei Prodotti da costruzione (+0,3%) e cali nei Mobili (-1,5%) ed Elettrodomestici (-0,6%). Il Sistema Moda (-5,5%) e il settore Autoveicoli e moto (-6,6%) affronteranno difficoltà a causa di consumi deboli e della transizione verso l’elettrico.

Le aspettative per il prossimo biennio 2025-2026

Nel biennio 2025-26, i settori più competitivi all’export e in grado di adattarsi alla doppia transizione digitale e ambientale guideranno la crescita. Meccanica ed Elettronica vedranno un recupero del fatturato (+2,5% e +2,3% medio annuo), insieme all’Elettrotecnica (+3,3%). I settori Largo Consumo (+2,7%), Farmaceutica (+2,6%) e Alimentare e bevande (+1,1%) trarranno vantaggio dai mercati esteri e supereranno i livelli del 2019, sia in termini di fatturato che di redditività. Gli Autoveicoli e moto, invece, continueranno a fare i conti con una transizione difficile e una domanda interna debole.

Le prospettive per i settori legati all’edilizia nel biennio 2025-26 sono meno favorevoli, dopo il boom degli anni precedenti. I Prodotti e materiali da costruzione vedranno un calo del fatturato (-2,4% medio annuo), e la riduzione degli ordini nel segmento delle ristrutturazioni influenzerà anche i produttori di Mobili (+0,7%) ed Elettrodomestici, con una crescita limitata. I produttori di beni intermedi (Metallurgia, Intermedi chimici, Altri intermedi, Prodotti in metallo) beneficeranno della ripresa ciclica, ma con un traino meno forte da parte dell’edilizia e dell’automotive. Il rallentamento delle ristrutturazioni, dopo il picco del Superbonus 110%, porterà a una normalizzazione dei margini, che, tuttavia, hanno visto un miglioramento per alcuni settori (come Elettrotecnica e Intermedi chimici) tra il 2019 e il 2023.

Le sfide future: l’incertezza geopolitica e la transizione dell’automotive

Nonostante la resilienza del manifatturiero, il rapporto Intesa-Prometeia sottolinea che il contesto internazionale rimarrà complesso e dominato da rischi geopolitici. La debolezza della domanda tedesca e la crisi dell’automotive italiano sono tra le principali sfide per il settore industriale italiano. In particolare, le esportazioni verso la Germania hanno subito un calo significativo, con un impatto negativo su settori come l’automotive (-19% nei primi sette mesi del 2024) e la metallurgia.

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Categories: Economia e Imprese