L’economia mondiale, dopo il rallentamento registrato nella prima metà del 2012, evidenzia in questa seconda parte dell’anno una fase di ripresa più debole e fragile rispetto alle attese.
Sulle prospettive a breve influiscono negativamente il rallentamento del commercio mondiale ma, soprattutto, il clima di incertezza sull’efficacia delle politiche di bilancio degli Stati Uniti atte a contenere la crescita del debito pubblico, ma pesa ancor più la crisi del debito sovrano di molti paesi dell’area dell’euro e il rischio che le fragili condizioni finanziarie di alcuni Stati membri possano contagiare anche i paesi dell’area che attualmente evidenziano situazioni economiche e finanziarie più stabili.
Nel World Economic Outlook del mese di ottobre, il Fondo Monetario Internazionale prevede che nel 2012 l’economia mondiale cresca del 3,3% per attestarsi al 3,6% nel 2013. Il commercio mondiale, che nel 2011 era aumentato del 5,8%, chiuderà l’anno in corso con un +3,2% che dovrebbe salire al +4,5% nel 2013. Sulla base delle stime del FMI, il Prodotto Interno Lordo dei paesi emergenti, nonostante le ripercussioni derivanti dalla debolezza della domanda proveniente dai principali paesi industrializzati, continuerà, anche quest’anno, a crescere a ritmi sostenuti (+5,3%) anche se inferiori rispetto al passato (+6,2% nel 2011).
Contribuiscono a tale risultato la Cina con il +7,8% (+9,2% l’anno prima) e l’India con il 4,9% (+6,8% nel 2011). Per i paesi avanzati l’incremento medio del PIL sarà dell’1,3%, al +2,2% previsto per gli Stati Uniti e il Giappone si contrappone il -0,4% dell’area dell’euro a cui dovrebbe far seguito, nel 2013, un progresso contenuto nel +0,2%. Nell’ambito dell’Unione europea, Germania e Francia chiuderanno il 2012 con un incremento prossimo al punto percentuale, mentre per Spagna e Italia l’adozione di politiche economiche restrittive destinate al contenimento del debito pubblico determineranno una contrazione rispettivamente pari all’1,5% e al 2,3%.
Gli andamenti negativi previsti per il nostro paese, sono derivati sostanzialmente dalla forte riduzione della domanda interna che l’Istituto Nazionale di Statistica stima nel 3,6% per l’anno in corso, mentre le esportazioni, che in parte hanno mitigato la contrazione del PIL, stanno risentendo del peggioramento congiunturale in atto nei principali paesi dell’area dell’euro verso cui l’Italia indirizza oltre la metà dell’intero fatturato destinato all’estero. Con riferimento all’evoluzione dell’attività produttiva dell’area UE, ai risultati positivi mediamente conseguiti nel corso del 2011, hanno fatto seguito andamenti sostanzialmente stagnanti durante l’intero 2012.
Nel terzo trimestre dell’anno in corso, pur in presenza di un parziale miglioramento congiunturale la produzione metalmeccanica è diminuita, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, dell’1,9% in Germania, del 2% in Francia e del 7% in Spagna, mentre nel Regno Unito, in netta controtendenza, si è registrata una crescita pari al 4,9%.
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Allegati: 124ma indagine congiut industria metalmeccanica_Federmeccanica_1112.pdf