I danni da pandemia e quelli che potrebbero venire da un nuovo braccio di ferro commerciale fra Usa e Cina frenano la propensione al rischio e mandano in rosso le Borse. Piazza Affari chiude in calo, -0,73%, una seduta altalenante fin dalle prime battute e peggiore a Francoforte -1,44%; Parigi -1,15%; Londra -0,86%. Si salva solo Madrid +0,07%. Wall Street, partita sotto la parità, prosegue in calo dopo vari tentennamenti.
La speranza della ripresa grazie alla fine del lockdown, si scontra con la certezza delle perdite dell’economia nella fase di chiusura e con i dubbi indotti dalle tensioni Usa-Cina.
Gli italiani ce la stanno mettendo tutta, come dimostra il record storico di ordini del nuovo Btp, che al termine (compresi gli istituzionali) ha raggiunto la cifra mai vista dii 22,3 miliardi di euro. A fare da contraltare però c’è lo stato della crisi attuale, fotografato in modo implacabile da Mediobanca in un report sugli effetti del Covid 19 sul primo trimestre 2020 delle società industriali e di servizi quotate sul Ftse Mib oltre che dal record ngativo di 835 milioni di ore di cassa integrazione ad aprile. “Valore di Borsa, ricavi, margini, dividendi: la pandemia impatta su tutti gli indicatori” avverte il report di Mediobanca e la manifattura non è andata mai così male da almeno 30 anni.
Un uragano che si è abbattuto sulle più importanti 25 società che, a fine marzo, rappresentavano il 76% della capitalizzazione complessiva (escluse banche e assicurazioni), per un valore di Borsa totale di 288 miliardi. “Nel primo trimestre del 2020 – si legge in una nota – la loro capitalizzazione si è ridotta del -22,4%, con una perdita di 83 miliardi”. In caduta anche i fatturati, soprattutto quello della manifattura che cede l’11,8%.
A essere maggiormente colpite dalle vendite, anche nella seduta di oggi, sono le azioni di società Oil: Tenaris -4,92%; Saipem -3,94%; Eni -2,46%. Fra i titoli più venduti di giornata Generali, -2,98%, dopo i risultati che hanno messo in luce la prospettiva di una riduzione dell’utile operativo quest’anno, nonostante un andamento migliore delle attese nel primo trimestre.
Male le banche: Banco Bpm, -3,38%; Ubi -2,46%. Fra gli industriali Leonardo, -3,57%. Seduta brillante invece per Nexi, +7,68%, a seguito di indiscrezioni su colloqui più stringenti per una possibile fusione con la rivale Sia. Bene Banca Mediolanum +2,71%; Exor +1,93%; Atlantia +1,76%.
La scarsa propensione al rischio lambisce leggermente l’obbligazionario: lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 212 punti base (+1,23%) e il tasso del decennale italiano ritocca al rialzo a 1,62%.
Inverte la rotta l’euro-dollaro, dopo una serie di sedute favorevoli alla moneta unica, nella prospettiva di una Unione Europea più coesa e solidale. Il cambio si muove intorno a 1,095.
Arretra l’oro, che perde oltre un punto e mezzo, e tratta a 1723,65 dollari l’oncia. Il petrolio invece prosegue la sua marcia di recupero e il Brent supera i 36 dollari al barile.