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Industria: la produttività italiana cresce quasi come in Germania

Cromaplast

Lo sviluppo del comparto manifatturiero è stato a lungo considerato un passaggio obbligato per favorire una crescita economica sostenuta e prolungata nel tempo. L’idea nasce dal fatto che in passato, rispetto agli altri settori, le attività manifatturiere tendevano a creare più posti di lavoro e, anche grazie a maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, mostravano una produttività più elevata. Oggi, però, tale prerogativa sembra essersi ridotta. Una recente analisi del Fondo Monetario Internazionale evidenzia come negli ultimi anni l’impiego di nuove tecnologie e lo sviluppo del commercio internazionale abbiano permesso un notevole balzo in avanti anche della produttività di alcuni comparti dei servizi .

Negli ultimi 45 anni a livello mondiale la quota degli occupati nella manifattura è rimasta più o meno stabile, ma la sua distribuzione geografica è cambiata: a inizio anni Settanta nei paesi avanzati risultava occupato in questo settore un lavoratore su quattro, contro circa uno su dieci nei paesi emergenti. Oggi nelle economie avanzate la quota è scesa al 13%, più o meno come negli emergenti, esclusa la Cina. In molti di questi ultimi paesi il picco massimo di occupazione manifatturiera è stato raggiunto in corrispondenza di valori di occupazione e reddito pro capite più bassi di quanto sperimentato in passato dalle attuali economie avanzate. Il timore è che ciò possa avere ripercussioni negative sulla crescita complessiva e portare a un aumento della disuguaglianza nella distribuzione del reddito.

In Italia il peso dell’occupazione manifatturiera sul totale è sceso dal 19,9% del periodo pre crisi al 18,8% di fine 2017. La contrazione ha però riguardato tutti i paesi dell’area euro dove in media il peso del comparto sull’occupazione totale è passato dal 17,4% di inizio 2008 al 15,7% di fine 2017. In Germania il numero degli occupati nel manifatturiero è aumentato in misura marginale (+3.800 occupati) ma il peso sull’occupazione totale è sceso dal 21 al 19,2%.

Alla contrazione del numero di occupati nel manifatturiero in Italia ha corrisposto una ricomposizione a favore delle qualifiche più alte. Secondo i dati Eurostat nel 2008 la manifattura italiana si caratterizzava per un peso delle occupazioni qualificate inferiore alla media dell’economia: 25,9% contro il 40,5%. Nel 2017 il peso di manager, professionisti e tecnici specializzati è salito al 29,2%, mentre nella media del resto dell’economia è sceso al 36,5%.

La crescita delle posizioni qualificate si è registrata soprattutto nelle imprese con alta propensione all’innovazione digitale. Peraltro, nello stesso periodo di tempo la produttività misurata come rapporto tra valore aggiunto del comparto e ore effettivamente lavorate è salita di oltre l’11%, un valore non distante da quello tedesco.

 

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Categories: Lavoro