Dopo i dati da incubo sulla produzione, arriva un’altra doccia gelida per l’industria italiana. Secondo le stime comunicate dall’Istat venerdì mattina, a marzo il fatturato e gli ordinativi del settore secondario sono crollati di oltre un quarto rispetto a febbraio: rispettivamente -25,8 e -26,5%. La caduta è chiaramente dovuta all’avvio delle chiusure volte a contenere gli effetti della pandemia di coronavirus, il cui impatto si farà sentire con violenza ancora maggiore sui dati di aprile, non ancora disponibili.
Nel dettaglio, corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 dello stesso mese del 2019), il fatturato totale dell’industria italiana è calato a marzo del 25,2% su base annua. Lo scivolone è stato più pesante sul mercato interno (-27,6%) che su quello estero (-20,7%).
Per quanto riguarda invece gli ordinativi, sempre nel confronto annuo l’indice grezzo è calato del 26,6%. Ancora una volta la flessione è stata più marcata sul mercato interno (-29,3%) rispetto a quello estero (-23,1%).
Nella media del primo trimestre del 2020, l’indice complessivo registra un calo congiunturale del 6,6% per il fatturato e del 9,5% per gli ordinativi.
Tra i singoli settori, l’unico segno più nel confronto annuo è quello ripotato dall’industria farmaceutica (+19,5%). Dall’altra parte della classifica, il risultato peggiore è quello dell’industria dei mezzi di trasporto (-55,4%).
L’istituto di statistica rileva che il crollo di fatturato e ordinativi su base annua ha già raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009.
A marzo, scrive l’Istat nel suo commento ai numeri, “le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 hanno determinato una forte flessione del fatturato e degli ordinativi dell’industria italiana. Essendo l’Italia il primo paese colpito dall’epidemia in Europa, la contrazione del mercato interno è risultata molto più accentuata rispetto a quello estero”.