A marzo la produzione industriale italiana ha registrato un crollo senza precedenti. Secondo l’Istat, che lunedì ha diffuso la stima relativa all’indice destagionalizzato, il crollo è stato del 28,4% su base mensile. Corretto per gli effetti di calendario, a marzo l’indice complessivo sceso del 29,3% su anno.
Se si allarga lo sguardo all’intero primo trimestre, invece – includendo quindi anche gennaio e febbraio, mesi su cui non hanno pesato le chiusure causate dalla pandemia di coronavirus – il calo è stato dell’8,4% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2019.
L’Istat spiega che a marzo, “in termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario mostra una diminuzione che è la maggiore della serie storica disponibile (che parte dal 1990), superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009”.
L’Istituto di statistica sottolinea inoltre che, nello stesso mese, “tutti i principali settori di attività economica” hanno registrato “flessioni tendenziali e congiunturali, in molti casi di intensità inedite: nella fabbricazione di mezzi di trasporto e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%”. Si salvano invece industrie alimentari, bevande e tabacco, “che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva”, spiega ancora l’Istat.
Nel dettaglio, i crolli tendenziali più drammatici sono stati quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37,0%). Il calo minore è stato invece quello di industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%).
Per quanto riguarda i comparti, registrano cali pesanti su base congiunturale (corretti per effetti di calendario) i beni strumentali (-39,0%), i beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e l’energia (-10,5%). L’Inps precisa infine che “nel corso della fase di rilevazione vi è stata una moderata riduzione del tasso di risposta delle imprese, conseguente all’emergenza sanitaria in corso”.