Il fatturato manifatturiero ha beneficiato di un’accelerazione del ritmo di crescita nella seconda metà del 2017, grazie al ritrovato slancio degli investimenti. A consuntivo dei primi undici mesi, il giro d’affari è aumentato del 4,5% a prezzi correnti e del 2,8% al netto degli effetti inflativi.
La crescita si presenta diffusa a livello settoriale, con l’eccezione di Elettrodomestici e Largo Consumo. Tra i settori best performer spiccano Metallurgia (+15.5%), Elettrotecnica (+8.8%), Intermedi chimici (+8.3%), Autoveicoli e moto (+7.3%), Prodotti in metallo (+6.4%) e Meccanica (+5.7%).
L’Italia è cresciuta più dei competitor in termini di esportazione di manufatti nei primi nove mesi del 2017. Prestazione particolarmente positiva nei mercati extra-Ue, i più esposti alle pressioni derivanti dal recente rafforzamento dell’euro. Farmaceutica, Autoveicoli e moto, Sistema moda e Prodotti in metallo hanno guadagnato quote importanti su questi mercati.
Le prospettive per il manifatturiero rimangono buone per il 2018: gli indicatori anticipatori fanno ritenere probabile la prosecuzione di un percorso di crescita, grazie al mantenimento di buone prospettive sui mercati internazionali, dove l’export italiano risulta essere sempre meno sensibile all’effetto del cambio. Un’analisi di sensibilità al cambio dollaro/euro evidenzia come, nella media del manifatturiero, i paesi legati al dollaro o con valute in forte deprezzamento sull’euro pesino per appena il 23% delle nostre esportazioni e rappresentino solo il 15% della concorrenza.
Un sostegno importante verrà anche dagli investimenti: il trend di rinnovamento degli impianti in ottica 4.0 andrà affiancandosi all’esigenza di ampliare la capacità produttiva manifatturiera, ormai prossima alla saturazione in molti settori.
I recenti aumenti nei corsi petroliferi potrebbero comportare, nel 2018, un aggravio dei costi operativi delle imprese, pari a 6,5 miliardi di euro (l’8,4% dei margini complessivi del manifatturiero).
Prometeia analisi dei settori industriali