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Industria Europea: segni di recessione, indici Pmi calano in Italia, Germania e Francia

Pixabay

Gli ultimi dati sull’industria europea sembrano avvicinare lo spettro della recessione. L’indice Pmi manifatturiero di luglio relativo all’Eurozona è sceso al minimo di 25 mesi, a 49,8 punti, dai 52,1 di giugno. Il poco sopra la stima preliminare (49,6), ma si colloca comunque al di sotto di quota 50, che marca il confine fra espansione e recessione.

“Il settore manifatturiero dell’Eurozona sta sprofondando in una flessione sempre più ripida – il commento di Chris Williamson, capo economista di S&P Global – I nuovi ordini stanno diminuendo a un ritmo che, esclusi i mesi di blocco della pandemia, è il più forte dalla crisi del debito nel 2012. La produzione sta diminuendo in tutti i paesi salvo i Paesi Bassi. Le vendite inferiori al previsto si riflettono su ordini ed esportazioni e hanno provocato il massimo aumento delle scorte mai registrato dall’indagine. L’unico aspetto positivo è il contribuito della debolezza della domanda alla riduzione delle pressioni sui prezzi, anche se continua a preoccupare il costo dell’energia per la possibile limitazione delle forniture di gas nei prossimi mesi”.

Italia: indice Pmi manifatturiero cala a 48,5 a luglio

Ancora peggio è andata all’Italia, il cui indice Pmi manifatturiero si è fermato il mese scorso a 48,5 punti, dai 50,9 di giugno. Si tratta del livello più basso da giugno 2020.

“Il settore manifatturiero italiano ha dovuto affrontare ulteriori sfide a luglio, con un nuovo calo della produzione e dei nuovi ordini – afferma Lewis Cooper, economista di S&P Global Market Intelligence – La performance più debole ha visto le aziende ridurre gli acquisti per mitigare leggermente i problemi di offerta, ma le scorte di prodotti finiti sono aumentate notevolmente. Positivo l’allentamento delle pressioni inflazionistiche. Il livello di fiducia delle imprese è stato particolarmente debole”.

Germania: indice Pmi manifatturiero scende a 49,3

Scende in zona contrazione anche il Pmi manifatturiero della Germania, sceso a luglio a 49,3 punti, dai 52 di giugno. Come per l’Italia, si tratta del dato più basso da giugno 2020, ma la rilevazione tedesca è comunque migliore delle attese (49,2 il preliminare).

“Il calo dell’indice non è una sorpresa, visto che c’erano segnali d’allarme da diversi mesi – spiega Phil Smith, direttore associato a S&P Global Market Intelligence – I nuovi ordini sono in territorio inferiore a 50 da aprile e continua la tendenza al ribasso, poiché la domanda continua ad allontanarsi dai massimi osservati lo scorso anno, messa a dura prova dalle prospettive incerte e dal contesto di inflazione elevata. Un altro forte aumento delle scorte a luglio spinge i produttori a ridurre l’attività di acquisto per la prima volta in due anni. La potenziale carenza di forniture di gas preoccupa seriamente i produttori per il prossimo anno; quindi, le aspettative sono diventate negative da marzo e peggiorano ogni mese”.

Francia: indice Pmi manifatturiero a 49,5

Sulla stessa linea anche la Francia, che a luglio ha visto l’indice Pmi manifatturiero scendere a 49,5 dal 51,4 di giugno. Il dato è il più basso da due anni e si attesta poco sotto la stima preliminare di 49,6.

“Il settore manifatturiero francese è in una fase di flessione – sottolinea Joe Hayes, economista senior di S&P Global Market – La produzione e i nuovi ordini sono entrambi diminuiti ai tassi più elevati dall’ondata iniziale di Covid a causa dell’inflazione. L’ultimo calo della produzione è stato il più forte da oltre nove anni. Le aziende hanno ridotto l’attività di acquisto e, in alcuni casi, la forza lavoro. La fiducia delle imprese è rimasta a un livello basso, riflettendo le preoccupazioni dei produttori sulle prospettive per l’inflazione, per le catene di approvvigionamento e la guerra in Ucraina”.

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Categories: Economia e Imprese