Nuovi segnali di risveglio dall’industria europea, compresa quella italiana. A marzo l’indice Pmi manifatturiero elaborato da Markit si è attestato per l’Eurozona a 52,2 punti, in salita rispetto ai 51,0 di febbraio e al di sopra della precedente stima flash di 51,9. Il dato è ai livelli più alti degli ultimi 10 mesi e ormai dal luglio 2013 si mantiene sopra quota 50, che marca il confine fra espansione e contrazione dell’attività.
L’indice relativo all’Italia è cresciuto a 53,3 punti, dai 51,9 di febbraio, posizionandosi sui livelli più alti degli ultimi undici mesi e battendo le attese del mercato, che non andavano oltre un aumento a quota 52,1. A stimolare la crescita della produzione manifatturiera italiana è stato l’ennesimo incremento dei nuovi ordini ricevuti.
Quanto alla Germania, il Pmi è aumentato a 52,8 punti dai 51,1 di febbraio, superando la stima preliminare (52,4) e segnando il maggior aumento da aprile 2014.
Il dato della Francia è passato invece a 48,8 da 47,6 punti, in miglioramento rispetto alla stima preliminare di 48,2, ma comunque in contrazione per l’undicesimo mese consecutivo.
Venendo alla Spagna, Markit ha comunicato che nel mese di marzo l’Indice Pmi manifatturiero è salito lievemente a 54,3 punti, dai 54,2 della rilevazione precedente, risultando al di sotto delle attese degli addetti ai lavori (55,1 punti), ma indicando comunque un solido incremento delle condizioni di business. Inoltre il tasso di creazione di posti di lavoro è sui livelli massimi da giugno 2007.
Fuori dall’Eurozona, infine, dopo tre mesi di flessioni l’indice Pmi manifatturiero della Cina registra un’espansione dell’attività, portandosi a 50,1 punti rispetto ai 49,9 di febbraio, mentre l’attività manifatturiera del Giappone conferma il trend espansivo, ma scivola fino a 50,3 punti dai 51,6 punti di febbraio (52,2 e 52,0 rispettivamente in gennaio e dicembre). Il dato è il più basso degli ultimi dieci mesi e si confronta con attese degli economisti per una lettura a 50,4 punti.