I monsoni stanno soffiando nel modo migliore in India. E non solo per aver scongiurato l’inasprimento della siccità, riducendo i timori di ripartenza dell’inflazione. Da qualche tempo gli investitori internazionali, vedono spirare venti positivi, sia sull’azionario, sia sull’obbligazionario del mercato indiano, delusi dall’andamento di quello cinese. In Borsa alcune società hanno visto rialzi stellari, mentre altre 15 sono al debutto entro l’anno. Dal lato bond, sono entrati i titoli di stato indiani, con rendimenti molto più elevati di quelli europei, per la prima volta nell‘indice di JP Morgan. Intanto si attendono nuovi stimoli dalla legge di bilancio di Modi, la prima dopo la sua rielezione. Il Pil del paese è in forte crescita, +7,8% nel primo trimestre, oltre le aspettative.
I record della Borsa di New Delhi arrivata a 80.000 punti. Si spingerà oltre?
La Borsa indiana, attualmente il secondo mercato azionario in termini di peso specifico nel comparto degli Emergenti, ha visto l’indice BSE Sensex macinare in settimana una serie di record storici, superando anche la soglia psicologica degli 80.000 punti. Gli appassionati di numeri stanno già elaborando i record: il quotidiano finanziario Business Standard segnala per esempio che l’indice di riferimento del mercato azionario dell’India ha impiegato meno di 60 giorni solamente (dal 9 aprile) per percorrere gli ultimi cinquemila punti. Nella storia, solo in due occasioni il tempo impiegato nel percorso è stato più breve. Il rialzo più rapido è stato nell’autunno del 2021, con 28 sedute impiegate nel tragitto dai 55.000 ai 60.000 punti. Gli analisti sentiti dal quotidiano si dichiarano cauti, sulla possibilità che quota 85.000 punti possa essere raggiunta altrettanto velocemente, anche se la nuova legge di bilancio in arrivo potrebbe portare un po’ di instabilità. Ma poi, secondo alcune banche d’investimento citate da Business Standard, a fine anno il Sensex possa essere intorno a 87.000 punti.
Quest’anno l’indice di riferimento è già aumentato del +13%. Secondo gli esperti, il mercato azionario, valutato 5mila miliardi di rupie, dovrebbe crescere del +20% quest’anno, spinto dalla spesa pubblica e dai forti utili aziendali. Gli analisti stimano che gli utili per azione delle società dell’indice MSCI India aumenteranno del 15,6% nel 2024, secondo i dati di Bloomberg Intelligence. Invece, si prevede che le società cinesi vedranno un aumento del 10% dei loro utili per azione nello stesso periodo.
I titoli più esplosivi a New Delhi
Medaglia d’oro del Sensex è Mahindra&Mahindra, che in 57 sedute ha giuadagnato il +37%, a seguire, con performance inferiori, Axis Bank, Power Grid of India, HDFC Bank e Ultratech Cement. Ma l’attenzione è anche per la vulcanica Reliance Industries, conglomerato indiano industriale del petrolio e delle telecomunicazioni fondato dal magnate Dhirubhai Ambani, che in un mese ha guadagnato in borsa oltre il 12%, e continua a espandersi. Secondo quanto riportato da Reuters, Reliance retail ventures, società di vendita al dettaglio del colosso Reliance industries, distribuirà i prodotti del marchio cinese di fast fashion Shein attraverso la sua app e negozi fisici. Questa partnership è l’ultima di una serie di accordi siglati da Reliance retail, che ha portato in India marchi internazionali come il produttore di gioielli americano Tiffany & Co e il rivenditore online britannico Asos.
In generale in India “gli utili aziendali nell’ultimo anno sono stati forti grazie ai margini favorevoli e potrebbero continuare a crescere al di sopra del trend nell’anno finanziario 2025, mantenendo la storia di crescita a medio termine”, ha affermato Bino Pathiparampil, responsabile della ricerca presso Elara Capital con sede a Mumbai.
Attesa la legge di Bilancio: occhi ai titoli di consumo, banche e materie prime
Gli investitori sono ora concentrati sulla legge di Bilancio, prevista per questo mese, che delineerà le priorità politiche del nuovo governo di coalizione. Il fatto che il primo ministro Narendra Modi nelle recenti elezioni abbia ottenuto una vittoria buona, ma non schiacciante fa pensare agli investitori che il governo voglia ora adottare misure più populiste per ottenere sostegno: in altre parole cercherà di stimolare la spesa dei consumatori e i progetti infrastrutturali, a beneficio delle imprese.
In un recente sondaggio di Bloomberg, la metà degli intervistati si aspetta che il governo nella prossima Legge di Bilancio darà appunto la priorità a un mix di incentivi per sostenere i consumi, pur continuando a investire in infrastrutture. Un quarto degli intervistati ritiene che l’incremento delle spese in conto capitale sarà l’obiettivo principale del governo. Un altro quarto ritiene che l’aumento della domanda dei consumatori sarà al primo posto nella loro agenda. Gli intervistati concordano generalmente sul fatto che i titoli dei beni di consumo voluttuari presentano le prospettive più promettenti, e saranno favoriti anche i titoli finanziari e delle materie prime. “Il governo può soddisfare tutti con capex più elevati, spesa sociale e allo stesso tempo un sistema fiscale più restrittivo”, grazie all’aumento delle entrate fiscali e al grande pagamento di dividendi da parte della banca centrale, hanno scritto in una nota gli strategist di Jefferies. Si prevede che il bilancio andrà a beneficio dei settori legati agli alloggi a prezzi accessibili, ai progetti di capex, ai beni di consumo e alle imprese sensibili ai tassi, hanno aggiunto.
In arrivo succulente new entry in Borsa: raccolta vicina ai 7 miliardi di dollari
Alla Borsa di Mumbai l’indice Nifty 50 del National Stock Exchange negli ultimi 6 mesi ha guadagnato olre il 12%: momento ideale per lo sbarco in borsa di nuove società. Entro l’anno è atteso il debutto di almeno 15 società di dimensioni medio-grandi, con una raccolta stimata che sfiora i 7 miliardi di dollari. L’offerta pubblica più attesa è quella della succursale indiana di Hyundai che da sola potrebbe raccogliere circa 2,5 miliardi, battendo la quotazione di Life Insurance Corporation del 2022, finora la più grande Ipo indiana di sempre. Nella seconda metà dell’anno potrebbero sbarcare in Borsa anche Swiggy, una società di food delivery partecipata da SoftBank e Vishal Mega Mart, una catena di supermercati che opera in un settore ancora dominato da piccoli player. Si tratta di aziende di dimensioni maggiori rispetto a querlle che sono sbarcate in borsa nella prima parte di quest’anno e quindi gli operatori si aspettano un maggiore interesse da parte di investitori stranieri in cerca di società più liquide e strutturate, dicono gli esperti.
I bond indiani entrano nell’indice JP Morgan. Con rendimenti maggiori
Anche il mercato obbligazionario indiano ora è diventato accessibile, grazie all’inclusione dalla scorsa settimana dei titoli di stato in uno dei maggiori indici globali del settore: il JPMorgan Government Bond Index-Emerging Markets. “Mentre le azioni delle società indiane sono state incluse nei principali indici dei mercati emergenti già da tempo” spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, “lo stesso non si poteva dire per i titoli di Stato. L’ostacolo alla diffusione internazionale era perlopiù valutario, in quanto l’India non emette obbligazioni denominate in valuta estera e la sottoscrizione dei titoli in rupie è stata storicamente preclusa agli investitori stranieri”.
La pandemia però ha iniziato a cambiato le carte in tavola: la necessità di finanziare il pacchetto di stimoli varati dal governo per far fronte all’emergenza sanitaria ha dato il via ad un percorso di progressiva apertura del mercato dei titoli di Stato indiani agli investitori non domestici. Per accedere ad un mercato dei capitali più grandi, l’India aveva bisogno però di aprirsi ai mercati internazionali. Ecco quindi il debutto dei titoli di Stato indiani nell’indice di bond governativi di JPMorgan, che saranno inclusi nell’arco di 10 mesi, con un peso di circa l’1% al mese fino a raggiungere un massimo del 10% che così potrà anche raccogliere più fondi e ridurre il costo medio del finanziamento. Secondo le stime di Goldman Sachs, questa mossa sarà in grado di incrementare gli investimenti globali nel debito pubblico indiano di ben 40 miliardi di dollari, portando a un calo dei rendimenti e rafforzando la rupia. Oggi solo il 2,4% del debito pubblico indiano è in mano straniera. JPMorgan si aspetta un raddoppio, o quasi, entro il 2025. Per gli investitori significa aver accesso a un mercato, il debito pubblico indiano, da 1.300 miliardi di dollari, che ultimamente ha offerto alcuni dei rendimenti più elevati tra i suoi pari. Si stima che l’ingresso nell’indice porterà flussi di capitali nell’ordine di 2-3 miliardi di dollari al mese solo nel settore dei titoli di Stato, con possibili riverberi anche sul mercato dei corporate bond denominati in valuta locale che oggi è dominato da player domestici.