Uno dei più importanti e poco conosciuti aspetti della globalizzazione sta nella cosidetta ‘innovazione frugale’. I paesi emergenti sono per definizione più poveri di quelli emersi, ma aspirano allo stesso livello di vita: un livello di vita che è caratterizzato da una serie di consumi – di beni e servizi – che hanno tuttavia costi elevati. Perché, allora, non creare versioni più economiche di quei beni e servizi – dalla caldaia per l’acqua a una macchina per la TAC – che conservino l’essenziale e siano alla portata di tutte – o quasi – le tasche?
Essenzialmente, si tratta di estendere di molto quel che fanno i supermercati quando offrono i prodotti senza marca (o col marchio del supermercato). Spesso vengono prodotti dalle stesse società titolari dei marchi conosciuti, e si tratta in pratica dello stesso prodotto con una etichettatura e/o imballaggio diverso. Ma l’innovazione frugale va più in là, perché ‘re-ingegnerizza’ il prodotto o il servizio, eliminando quelle che in inglese si chiamano ‘bells and whistles’ – eliminando cioè tutto il superfluo e riducendo spietatamente i costi. Come si vede dal link qui sotto, questo concetto è stato applicato in India alle operazioni al cuore: sta sorgendo una catena di ospedali che offrono questo tipo di operazioni a prezzi stracciati, senza sacrificare sulla qualità.