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India e Cina, i giganti petroliferi non conoscono crisi

La China Petrochemical Corporation ha registrato un + 24 per cento dei profitti nel primo semestre 2013 – Bene anche gli altri gruppi cinesi, trainati dalla domanda interna e dalle politiche di Pechino – Africa terra di conquista: la Repubblica Popolare va in Angola, mentre Nuova Delhi compra pezzi di Mozambico dagli americani

India e Cina, i giganti petroliferi non conoscono crisi

A zampillare, oltre al greggio, sono anche i profitti. La China Petrochemical Corporation, nota ai più come Sinopec, il più grande produttore asiatico, ha fatto un balzo del 24 per cento nel primo semestre di quest’anno. Da gennaio a giugno, ha incassato quasi 5 miliardi di dollari, contro i 4 dell’anno precedente.

Il decollo di Sinopec arriva dopo le nuove misure introdotte dal governo di Pechino, che ha permesso di collegare i prezzi locali del carburante a quelli internazionali. Il gruppo ha fatto sapere che si aspetta crescite ancora più vertiginose per i mesi a venire. “Nella seconda metà dell’anno ci aspettiamo un forte aumento della domanda interna di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio – ha dichiarato il presidente Fu Chengyu – Il governo cinese accelererà le riforme strutturali e le misure per mantenere stabile la crescita economica”.

Anche gli altri colossi petroliferi cinesi sorridono. PetroChina – che ora ha accesso alle riserve di greggio e gas del Canada – ha visto crescere i profitti del 5,6 per cento, Cnooc del 7,9 per cento.

Un trionfo del greggio asiatico le cui radici sono sempre più africane. Pechino e i consistenti investimenti in yuan sono già presenti in maniera massiccia nel Continente Nero. La stessa Sinopec ha concluso a giugno un affare da 1 miliardo e mezzo di dollari in Angola, stato in cui – fanno sapere dalla Cina – ci sono riserve per 533 barili di petrolio.

Ma lo shopping, da quelle parti, non è solo appannaggio del dragone. Il più grande colosso indiano del settore, la Oil and Natural Gas Corporation, ha appena concluso l’acquisto del 10 per cento di un giacimento di gas offshore in Mozambico, di proprietà dell’americana Anadarko Petroleum. Un affare da 2,6 miliardi di dollari per il gruppo statale indiano, che deve far fronte all’aumento di domanda interna di carburante. A quanto pare, il giacimento mozambicano è posizionato in maniera strategica per fornire gas naturale liquefatto all’India a un prezzo competitivo.

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