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Indagine Unione Industriali Torino: migliorano le previsioni per le imprese piemontesi per il secondo trimestre 2023

Ufficio Stampa - Unione Industriali Torino

Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte hanno presentato l’indagine congiunturale sulle imprese piemontesi per il secondo semestre del 2023.

Dalla ricerca emergono scenari di maggior ottimismo. Infatti, rispetto alla situazione di dicembre caratterizzata da un clima di attesa nel mese di marzo gli indicatori registrano un sensibile miglioramento della fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero.

I dati dell’indagine congiunturale

Per il secondo trimestre del 2023, le attese sulla produzione delle oltre 1.100 imprese piemontesi migliorano sensibilmente rispetto a quelle del primo trimestre: il 25,4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9,8% che si attende una diminuzione. Migliora il saldo tra gli ottimisti e pessimisti che sale al 15,6% rispetto al 4,0% di dicembre. Crescono le previsioni di aumento dell’occupazione (21,1%) contro il 4,5% che ne prevede la riduzione. Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14,9% e un aumento di 13,5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione.

Crescono le aspettative sull’export grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e, di conseguenza, della logistica. Bene anche gli investimenti che interessano oggi il 28,4% delle aziende valutate rispetto al 27,0% di dicembre. Cala ancora il ricorso alla cassa integrazione. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%).

Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21,4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13,2%).

Per quanto riguarda gli aumenti dei prezzi, alcune aziende temono ancora un rialzo dei prezzi delle commodity (31,9% rispetto a oltre il 55% di dicembre) mentre un 22,4% si aspetta ulteriori aumenti energetici. Ancora preoccupazione per la la salita dei costi di logistica e trasporti (circa il 30,3%).

A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30,2%; +22,8%; +18,9% e +18,3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13,6%, +12,5%, +12,2% e 11,5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1,1%, comunque in miglioramento rispetto al -9,6% della scorsa rilevazione.

Nel manifatturiero, si registra un marcato miglioramento delle attese, rispetto a dicembre, con saldi che passano dal -1,9% a +15,5% per la produzione. A livello settoriale, migliorano le attesa della metalmeccanica. Molto positiva la performance del comparto automotive (+31,0%), industria elettrica ed elettronica (+19,0%) e macchinari e apparecchi (+15,3%). Negli altri settori manifatturieri si segnala il buon andamento di edilizia e impiantisti (+33,3%), manifatture varie (-24,7%), chimica (+19,0%), alimentare (+13,5%), tessile (12,3%). Meno performanti gomma-plastica (+8,9%) e legno (+6,7%). Migliora il clima di fiducia anche nei servizi. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 15,8% (era 17,9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +20,5% (da +15,7%), quello sull’occupazione è pari +20,8% (era 15,1%). A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +27,0% per i servizi alle imprese, +20,9% per l’ICT, 14,0% per gli altri servizi, +12,0% per i trasporti. Più caute le attese per commercio e turismo (+4,4%) e utility (-5,6%).

Torino sopra la media regionale, bene l’ICT

Per le aziende di Torino i saldi previsioni di aumento e riduzione di produzione e ordini sono superiori di una decina di punti rispetto alla media regionale. Questo è dovuto al maggiore peso di alcuni settori più positivi come l’automotive. Per il secondo trimestre 2023 il 30,2% delle aziende prevede un aumento della produzione, contro il 7,5% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +22,8%, aumenta di 9,3 punti percentuali rispetto alla rilevazione di settembre ed è di 7,2 punti superiore al saldo del Piemonte nel suo complesso. Trend analogo per gli ordinativi, con un saldo del 25,3% e un aumento di 14,9 punti rispetto alla scorsa rilevazione.

Recupera l’export (+4,3) e buon andamento per gli investimenti. Sembra chiudersi, nella provincia di Torino, la tradizionale forbice tra imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) e imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), con attese sulla produzione rispettivamente pari a 26,9% e 21,2%, per il prossimo trimestre.

Particolare attenzione in questa indagine è stata data al settore ICT che a Torino conta quasi 3.300 imprese, occupa circa 29.000 addetti e produce un fatturato di 5,2 miliardi di euro. Nella provincia torinese si registra circa l’84% del fatturato piemontese e il 7% del totale ICT in Italia. Negli ultimi due anni il comparto ha trainato il terziario piemontese con indicatori stabilmente superiori alla media. Nel settore i campi di maggiore crescita sono cybersecurity, intelligenza artificiale, cloud e big data.

Marsiaj: situazione complessiva ancora preoccupante, i rischi sono ancora molti

Nel commentare l’indagine, Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino ha espresso le sue preoccupazioni: “È indubbio che in questo scorcio del 2023 il contesto complessivo in cui operano le nostre imprese sia preoccupante. Per quest’anno le previsioni di crescita più recenti non vanno al di là dello 0,4-0,5%, ben al di sotto del consuntivo 2022. Nonostante ciò, le attese delle nostre imprese, piemontesi e torinesi, per i prossimi mesi sono espansive, con indicatori previsivi in rafforzamento rispetto a dicembre e indici consuntivi posizionati su valori decisamente incoraggianti. Questo è spiegato da fattori diversi, che hanno contribuito a dare stabilità al mercato: tra questi certamente il calo dei prezzi di energia e materie prime, l’effetto di trascinamento di un 2022 superiore alle attese, l’allentarsi delle tensioni sulle supply chain; non va sottovalutato, infine, che alcune trasformazioni strutturali hanno iniziato a influire positivamente sulla competitività delle nostre imprese, ad esempio gli interventi di efficientamento energetico. In prospettiva, non possiamo tacere che al di là del breve periodo, i rischi sono ancora molti: a partire da un’inflazione ancora elevata e persistente, all’effetto della politica monetaria restrittiva sul costo e la disponibilità del credito”.

“La resilienza dimostrata dall’industria della nostra regione negli ultimi 18 mesi, quando i margini sono stati erosi dall’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, sta dando i suoi frutti. Le imprese piemontesi hanno saputo rimanere competitive, all’interno delle filiere produttive e di fornitura, dove da sempre rappresentano un’eccellenza. Nei prossimi mesi il nostro tessuto imprenditoriale è però chiamato a raccogliere nuove sfide ed opportunità, penso alle infrastrutture materiali e immateriali, ma anche al pieno utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali europei. A fare la differenza sarà la capacità di concretizzare il partenariato pubblico-privato. Dare insomma concretezza alle sinergie che possono consolidare lo sviluppo e la gestione delle transizioni tecnologica e ambientale” è stato il commento di Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte.

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