Quattro imprese su dieci confidano nella ripresa. Il 37,3% delle medie imprese italiane, che in dieci anni sono diminuite di 433 unità, prevede per il 2013 un aumento del fatturato (contro il 26,6% a consuntivo nel 2012) e il 34% un incremento della produzione (contro il 22,1% per lo scorso anno).
L’indagine di Mediobanca e Unioncamere, presentata oggi a Roma, fotografa gli effetti della crisi sulle aziende. Le 3.594 medie imprese, tuttavia restano competitive e in grado di generare da sole il 15% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera italiana e il 16% delle esportazioni nazionali. La propensione all’export delle medie aziende rimane molto elevata, tanto che la quota di esportazioni ha sfiorato il 90% nel 2012, con un’incidenza delle vendite all’estero pari al 51% del fatturato complessivo.
Per l’anno in corso si conferma l’apporto determinante che le vendite all’estero potranno fornire ai risultati aziendali, gli ordinativi esteri saranno in aumento per il 49,9% delle imprese; mentre l’andamento del mercato interno si stima piu’ debole, solo il 13,6% si attende un rialzo rispetto al 2012, contro il 31% di quante ne prevedono una flessione. Sul fronte occupazionale l’indagine prevede che circa un quinto delle medie imprese amplierà la propria forza lavoro tra il 2012 e il 2013; quest’anno sarà poi superiore per circa la metà delle aziende l’allargamento della base occupazionale all’estero per quelle che hanno stabilimenti produttivi al di fuori dei confini nazionali.
Nel 2013, gli investimenti delle medie imprese si continueranno a concentrare sui tre principali asset su cui avevano puntato nel 2012: Le apparecchiature informatiche (72,3%), sui macchinari (69,3%) e sui software e servizi informatici (68,6%). La domanda di credito del primo semestre 2013 si è rilevata sostenuta. Il 50% delle medie imprese ha dichiarato di voler richiedere finanziamenti bancari, non solo in risposta all’esigenza di gestire le attività ordinarie (nel 43,8% circa dei casi), ma anche per realizzare nuovi investimenti (36,7%) o implementare quelli già avviati (13,3%).
Risulta dall’indagine che permane la percezione di difficoltà nell’accesso al credito: la segnala il 43% di quanti intendevano farvi ricorso nell’arco dei mesi iniziali del 2013, contro il 37% delle imprese che nell’ultimo semestre del 2012 si erano rivolte alle banche. Sul fronte occupazionale si riduce inoltre il ricorso ad ammortizzatori sociali: nel 2013 verranno usati dal 34% delle imprese contro il 44% del 2012. Il 18% circa delle aziende adotterà comunque strumenti alternativi per salvaguardare l’occupazione: contratti di solidarietà, modifiche all’orario di lavoro e riqualificazione del personale. La struttura finanziaria delle medie imprese risulta finanziariamente solida con una dotazione di mezzi propri sufficiente a finanziare gli attivi immobilizzati (61,3% contro 45,7% nella media del periodo 2002-2011).