L’indagine è giunta alla XXI edizione. Essa comprende un’opera su carta e materiali pubblicati su internet all’indirizzo www.mbres.it.
L’opera su carta – scaricabile integralmente dal sito anche in formato digitale – si basa sui rendiconti annuali dei fondi che vengono raccolti ed elaborati traendone statistiche aggregate. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento informativo sull’insieme dell’industria e non sui singoli fondi, dei quali sono peraltro pubblicate le principali voci del rendiconto nel sito internet di cui sopra.
Le statistiche aggregate comprendono:
– una tabella riepilogativa (Tab. I) che dimostra la variazione del patrimonio netto: raccolta netta, proventi distribuiti, risultato (quest’ultimo, a sua volta, esposto come somma di utili e perdite da negoziazione, svalutazione e rivalutazione del portafoglio, oneri di gestione, imposte, proventi da investimenti e altri costi e ricavi);
– quattro tabelle di dettagli (Tabb. da II a V);
– la Tab. I riporta in calce un indicatore di rendimento netto calcolato come rapporto percentuale tra il risultato dell’esercizio e il patrimonio netto che i gestori hanno avuto mediamente a disposizione nel corso dell’anno (l’andamento temporale, confrontato con analoghi indicatori tratti da altre fonti, è riportato nel Graf. 6 qui allegato); dal 2011 esso è determinato ponderando le variazioni dei valori delle quote – valutate, per i fondi delle categorie interessate, nell’ipotesi di tassazione al 12,5% per il secondo semestre – per il patrimonio netto medio in gestione;
– la Tab. V riporta dati sulla negoziazione dei titoli e inoltre un indicatore di turnover (rapporto tra vendite e valore medio del portafoglio) che mette in evidenza quante volte gli investimenti vengono movimentati in un anno.
Nel sito internet (www.mbres.it) sono disponibili:
– il dettaglio degli oneri e dei proventi che generano il risultato aggregato;
– il costo medio aggregato di gestione dei fondi (rapporto tra oneri di gestione e patrimonio netto medio);
– il raffronto tra rendimenti aggregati e benchmark (aggiornamento in corso di elaborazione);
– informazioni sull’asset allocation (aggiornamento in corso di elaborazione);
– dati di dettaglio sugli oneri di negoziazione evidenziati nei rendiconti (aggiornamento in corso di elaborazione);
– FAQ e recensioni di articoli e ricerche;
– dati di dettaglio sui singoli fondi (Tab. VI).
L’EDIZIONE 2011
956 fondi di diritto italiano
Questa edizione considera 956 fondi di diritto italiano facenti capo agli operatori più importanti per patrimonio gestito (25 per i fondi aperti). Il tasso di rappresentatività dell’industria in termini di patrimonio è del 94% nel comparto dei fondi aperti e di oltre il 97% nelle altre categorie – eccetto chiusi e immobiliari -. Rispetto all’edizione precedente sono stati rilevati 49 fondi in più, tenuto conto di 69 fondi incorporati o liquidati e di 27 fondi per i quali il rendiconto non è stato reso disponibile.
Sintesi
– Prevalgono sempre i riscatti: i fondi italiani continuano a subire riscatti il cui volume supera di molto le nuove sottoscrizioni. Nel 2011 si è trattato di circa 27 miliardi di euro; nel complesso il patrimonio a fine 2011 ha segnato il minimo dal 1998. Il ridimensionamento dell’industria, tredicesima nel contesto internazionale, si traduce in un’incidenza dei patrimoni gestiti sul PIL pari all’8% contro il 42% nel 1999; l’Italia appare in forte controtendenza rispetto all’Europa dove l’incidenza nello stesso periodo è salita dal 48% al 63%.
– Risultato negativo di gestione: nel 2011 i fondi hanno chiuso i loro conti con una perdita al lordo delle imposte di 5,5 miliardi di euro (su un patrimonio da gestire che ad inizio anno era pari a 221 miliardi), più che dimezzato rispetto all’anno precedente. Il rendimento netto medio del patrimonio è stato pari al -2,2%: la forte caduta dei fondi azionari (-11,1%) è stata in parte attenuata dal risultato meno negativo dei fondi obbligazionari (-0,7%) e mitigata dall’andamento positivo dei fondi di liquidità (+0,8%).
– Modalità di gestione: i costi di gestione sono fermi all’1,2% del patrimonio con la punta del 2,2% nel comparto azionario (quasi tre volte rispetto ai fondi USA). Anche la rotazione del portafoglio (8 mesi) si è confermata elevata, specie se confrontata con la media dei fondi americani (poco al di sotto dei due anni).
– Valutazione di lungo periodo: i rendimenti in un’ottica di lungo periodo sono ancora insoddisfacenti; chi avesse investito in tutti i fondi italiani negli ultimi 28 anni avrebbe subìto, rispetto ad un impiego annuale in BOT a 12 mesi, una perdita di oltre una volta il patrimonio iniziale (aumentato nel periodo di sole 3,5 volte contro le 4,6 dei BOT). Sulla base del tasso risk free, il frutto dei fondi aperti mette in evidenza una distruzione di valore pari a circa 90 miliardi di euro nell’ultimo decennio.
– Nel 2012: secondo le statistiche ufficiali disponibili, nel primo trimestre 2012 vi è stato un nuovo importante deflusso dai fondi aperti di diritto italiano con riscatti netti pari a 5,4 miliardi di euro nei fondi di diritto italiano. I fondi roundtrip (promossi all’estero da gestori italiani) hanno segnato un volume di sottoscrizioni nette pari a 1,9 miliardi. La performance nei tre mesi è valutabile nell’ordine del 3,5%.
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