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Incubo Brexit ma Usa-Cina verso la pace: Bitcoin ko

La tempesta sulla Brexit affonda la sterlina, ma le buone notizie che arrivano dal negoziato tra Usa e Cina sui dazi possono rasserenare i mercati – Piazza Affari testa l’offerta di Salini per Astaldi – Volata a due per la guida di Telecom Italia – Precipita il Bitcoin: per Roubini vale meno di zero

Incubo Brexit ma Usa-Cina verso la pace: Bitcoin ko

Si rafforzano i segnali di una pace possibile tra Usa e Cina. Il Financial Times riferisce che Robert Lightizer, responsabile dell’amministrazione americana per il commercio, ha detto ad una delegazione di industriali che gli aumenti già decisi sui dazi sono sospesi. Intanto, si lavora alla riuscita del vertice Trump-Xi in programma a Buenos Aires in occasione del G20. Pechino, altro dato positivo, ha inviato una risposta scritta alle richieste Usa articolata in 142 paragrafi. Le posizioni restano lontane, ma si dialoga.

La notizia oscura, almeno in parte, le preoccupazioni in arrivo dall’Europa alle prese con la Brexit e consente così ai mercati di avviarsi al weekend senza nuovi stress.

AVANZA LA CINA, NUOVA BURRASCA SUI CHIP

I mercati cinesi chiudono la settimana in ripresa. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna lo 0,7%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,3%. Salgono anche Seul (+0,3%) e Mumbai (+0,7%).

Negativi invece i listini giapponesi (Nikkei -0,1%), di Taiwan (-0,4%) e dei mercati più sensibili all’andamento dei Big dei semiconduttori. Pesano le previsioni di Nvidia, di Applied Materials e di Intel sull’andamento delle vendite nell’ultimo trimestre del 2018. I titoli, che hanno chiuso la seduta ufficiale di Wall Street in terreno positivo, hanno registrato una pioggia di vendite nel dopo Borsa: Nvidia, attiva soprattutto nel settore della grafica, ha perso il 14%, Amd il10%.

L’andamento degli indici Usa non registra questa frana: Dow Jones +0,83%, S&P 500 + 1,06%. Il Nasdaq ha registrato un balzo dell’1,72%.

RECUPERA APPLE, ANCORA GUAI PER FACEBOOK

A guidare il rally è stato il recupero di Apple (+2,5%) e degli altri giganti tech. Fa eccezione Facebook (-0,4%), di nuovo al centro di uno scandalo: il New York Times afferma che una sua alta dirigente ha lavorato dietro le quinte per ostacolare l’inchiesta interna sulla campagna di disinformazione portata avanti da alcuni soggetti russi, in particolare contro George Soros.

In ripresa anche il petrolio, a 67,7 dollari il barile (+0,8%). Le scorte strategiche degli Stati Uniti sono salite di circa 10 milioni di barili, la variazione settimanale più ampia da quasi due anni. Il dato sulle scorte potrebbe dare elementi in più a chi, dentro l’Opec, sostiene le ragioni di un taglio alla produzione. Ieri a Piazza Affari Eni +0,3%, Saipem -1,1%, Tenaris +1,2%.

PRECIPIT IL BITCOIN. ROUBINI: VALE MENO DI ZERO

Da segnalare il tracollo del Bitcoin e delle altre criptovalute. Dopo aver infranto al ribasso i 6.000 dollari la moneta virtuale segna una caduta di un ulteriore 12 per cento a 5.427 dollari. “Potrei gongolare per il crollo, ma il Bitcoin resta ancora lontano da quello che è il suo vero valore: zero”, è il caustico commento dell’economista Nouriel Roubini. Anzi, “dato che è alla base di disastri ambientali e di inquinamento, il vero valore è sotto zero “.

LA TEMPESTA SULLA BREXIT PIEGA LA STERLINA

La battaglia d’Inghilterra ha complicato ancor di più uno scenario europeo già in tensione per il duello tra Roma e l’Unione Europea e per i segnali di frenata della congiuntura, a partire dalla Germania. Ieri mattina, dopo il sofferto via libera al piano messo a punto dalla premier, sono arrivate le dimissioni di quattro membri dell’Esecutivo di Londra ed è stata avanzata la richiesta di una mozione di sfiducia nei confronti di Theresa May.

La bagarre politica ha provocato anche il brusco calo della sterlina che si è rapidamente deprezzata fino a 1,2785 nei confronti del dollaro, mentre i rendimenti dei Gilt, i titoli di stato britannici, sono in forte calo. Nomura elenca i possibili sviluppi della crisi: l’approvazione dell’accordo in Parlamento, un secondo referendum, elezioni anticipate. Infine, l’hard Brexit, cioè il divorzio senza alcun accodo, la prospettiva che spaventa di più sia Londra che l’Unione Europea.

PIAZZA AFFARI ANCORA MAGLIA NERA -0,9%

Continua per Piazza Affari la maledizione della “maglia nera”. Milano è di nuovo la Borsa peggiore con un calo dello 0,9% sotto quota 19 mila (chiusura a quota 18.905 punti).

Seduta negativa anche per gli altri mercati europei: Francoforte, -0,51%: Parigi -0,7%; Madrid -0,25%.

Per paradosso l’unica a salvarsi è proprio la City +0,06%. L’apparente stranezza si spiega con la forte discesa della sterlina (l’euro si è apprezzato dell’1,77% a 0,8866), Intanto ha preso corpo la corsa ai gilt della Regina (il rendimento del decennale scende all‘1,373%).

LO SPREAD SALE A 319 PUNTI

Seduta incerta per il secondario italiano, che ha ben presto vanificato il tentativo di rimbalzo delle prime battute con lo spread tra Btp e Bund decennali arrivato in giornata vicino ai 320 punti per poi rientrare nel finale attorno ai 313 punti per un rendimento del decennale in area 3,5%.

La carta italiana, oltre alla pressione per lo scontro con Bruxelles, ha pagato la corsa al Bund, bene rifugio per eccellenza, innescata dalla crisi d’oltre Manica.

Se da una parte la carta italiana resta sotto pressione per lo scontro tra Roma e Bruxelles sulla manovra 2019, dall’altra il difficile cammino della Brexit – con le dimissioni di alcuni ministri del governo May e lo spettro di un ‘no deal’ – ha alimentato l’appetito di asset rifugio come i titoli di Stato tedeschi.

Prosegue intanto la fuga dei non residenti dai titoli di Stato tricolori: secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia in agosto gli investitori esteri hanno tagliato altri 15 miliardi e lo stock da aprile è sceso così di 65 miliardi.

SOTTO TIRO PRYSMIAN, TIENE PIRELLI

Il titolo peggiore è stato Prysmian (-5,1%) con scambi oltre la media nonostante che la società dei cavi abbia chiuso il terzo trimestre con 238 milioni di euro di Ebitda rettificato, in rialzo del 31% anno su anno, leggermente meglio delle stime. A fine settembre il debito era 2,87 miliardi di euro, in linea con le previsioni del consensus: per fine anno è prevista la discesa a 2,33 miliardi di euro.

Il titolo migliore è stato Pirelli: +1,27% dopo aver toccato un picco a +2%. Ieri la società ha presentato i conti trimestrali in linea con le attese degli analisti e aggiornate le stime sul 2018. Ricavi pari a 1,29 miliardi di euro, -4,3% anno su anno, sotto le stime del consensus a causa di un peggioramento del mix. Ebitda rettificato a 320 milioni di euro, meglio delle attese degli analisti. La società ha rivisto al ribasso le previsioni sui ricavi 2018, a 5,2 miliardi di euro, dal precedente 5,4 miliardi, ma il consensus già aveva messo in conto il taglio. Confermata la stima per quanto riguarda l’utile operativo.

GIÙ LE BANCHE. L’EUROPA FA PEGGIO

Una volta tanto i bancari, pur negativo (indice di settore -0,9%), ha fatto meglio del comparto europeo (-1,6%), nonostante lo spread in salita.

Giù quasi tutti i titoli: Banco Bpm -1%, Unicredit -0,6%. In controtendenza Bper (+0,8%). Nuova chiusura in rosso per Banca Carige (-5%).

Stm (-0,8%) ha pagato l’allarme scatta su Ams: il produttore di sensori ha tagliato del 15% le stime sui ricavi del 2018 perché un suo grosso cliente sta riducendo gli ordini. Il titolo della società austriaca, quotata a Zurigo, è caduto in mattinata fino al 10% per poi recuperare fino a -0,9%. Il nervosismo è dovuto al fatto che è possibile che il cliente in questione sia Apple, che rappresenta più del 10% dei ricavi.

FUMATA NERA PER TELECOM

Fumata nera per la scelta del successore di Amos Genish in Tim (-0,6%). Il comitato nomine che doveva fornire un parere consultivo sul successore alla carica di Ceo si riunirà ancora prima del Cda di domenica. La scelta avverrà tra Alfredo Altavilla, fino a ieri in pole position, e Luigi Gubitosi

Dietrofront di Moncler che, dopo aver annullato il rialzo di inizio seduta ha chiuso sotto del 3,5%. Anche gli altri titoli del settore in tutta Europa sono negative dopo i dati sul rallentamento dei consumi cinesi.

Salini Impregilo (+1,8%) ha presentato una manifestazione di interesse per il gruppo Astaldi, finito in concordato lo scorso mese sotto il peso di 2 miliardi di debiti.

Bene Ima (+4,3%) e Gima TT (+3,08%) dopo l’annuncio dell’avvio del piano di buyback.

Mondo TV, in asta di volatilità per la gran parte della seduta dopo aver perso oltre il 18%, ha chiuso a -20,4% dopo aver diffuso nel corso della giornata un profit warning per i risultati di fine anno.

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