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Inchiesta Liguria: Toti non risponde ai magistrati. Dimissioni più vicine? Prima o dopo le elezioni europee?

Imagoeconomica

Muto dinanzi ai giudici. Come già accaduto ieri con l’interrogatorio dell’Ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Paola Faggioni, dopo l’arresto con l’accusa di corruzione. Toti è rimasto in tribunale all’incirca mezz’ora, non di più.

Ma a rispondere alla domanda più insistente – vale a dire quella che, dal punto di vista politico, sta tenendo realmente banco in maniera trasversale – è stato l’avvocato Stefano Savi, difensore di Toti, che ai giornalisti ha detto: “Dimissioni? Ci sta pensando ma è una decisione che una persona inserita in un contesto politico non può certo prendere da solo senza un confronto e in questa condizione”, ovvero agli arresti domiciliari.

Vero è che il fattore tempo e i risvolti dell’inchiesta da qui a un mese saranno cruciali per le sorti politiche di Toti. Nel centrodestra il “garantismo” resta la parola d’ordine ma, con il passare dei giorni, si fa strada la convinzione che il governatore della Liguria non possa reggere a lungo in queste condizioni. Un pensiero che attraversa Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. A difesa del governatore e contro i magistrati, però, è intervenuto ieri, con una certa veemenza, il ministro della Difesa Guido Crosetto, esponente di punta di FdI: “Con la logica usata per Toti si possono arrestare la quasi totalità dei sindaci, dei presidenti di Regione, dei dirigenti pubblici. Suppongo potrebbero anche arrestare la maggior parte dei magistrati”.

Tuttavia, sempre dentro FdI serpeggia un mantra: la necessità di fare chiarezza al più presto, per evitare (anche e soprattutto) che il caso giudiziario si intersechi e pesi sul voto europeo dell’8 e 9 giugno. Un appuntamento elettorale ormai prossimo e, quel che più incide, cruciale per la leader del partito nonché alla guida del governo: si teme in particolare l’incognita astensionismo.

In FI Antonio Tajani resta fermo nel difendere i valori del garantismo: Toti “può continuare a lavorare, poi si vedrà” .Serve aspettare, dunque. Ma per quanto? Nei corridoi di Montecitorio, dove da qualche giorno l’inchiesta ligure è l’argomento principale, qualcuno parla di due settimane, qualcun altro di un mese al massimo. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati (partito di cui il governatore ligure fa parte) si sbilancia: “Sono convinto che gli arresti potranno essere revocati”. Se la maggioranza va in ordine sparso, il pressing delle opposizioni per le dimissioni si intensifica invece di giorno in giorno. Permane il dubbio: avverranno? E se sì, si concretizzeranno prima o dopo le Europee?

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