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Inceneritori: prossimo dietrofront grillino ?

FIRSTonline

“Ho letto che chi non vuole costruire nuovi inceneritori sarebbe folle e irresponsabile. Io trovo che sia folle e irresponsabile pensare l’esatto contrario. E non lo dico per motivi ideologici, ma tecnici e pragmatici”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa nelle ultime ore intorno al delicato tema dei rifiuti. Una dichiarazione che suona come una sfida – l’ennesima – a quei poteri locali alle prese con i problemi della gestione della spazzatura.

Se a Roma la vicenda viene seguita da una task forse interistituzionale, in Campania sta montando la preoccupazione per la prossima chiusura del termovalorizzatore di Acerra della A2A. Sarà fermo per più di un mese per manutenzione e di fatto comprometterà l’intero ciclo regionale. Costa è determinato a contrastare ogni ipotesi di nuovi impianti. A seguire i principi dei Cinquestelle che lo hanno portato al governo. Difende le sue ragioni e ricorda quanto è scritto nel contratto di governo su questo argomento. Il guaio (per lui) è che di questi tempi i No dei Cinquestelle, stanno cadendo ad uno ad uno come dimostrano il Tap in Puglia e il Tav in Piemonte. Salvini e la Lega, di quel contratto ormai non sanno più che farne e sulle infrastrutture sta passando la loro linea. Sarà così anche per inceneritori e termovalorizzatori? 

L’Italia gioca una partita da 28 miliardi di euro con 135 mila persone occupate. Il Sud reclama i suoi impianti dopo anni di errori, false aspettative e la risolutezza di Berlusconi premier proprio qui ad Acerra. L’attenzione di milioni di persone è concentrata su una nuova possibile crisi ai primi di settembre con rifiuti ammassati per strade ed emergenze da presidiare. Per la Fise Assoambiente nel futuro ci sono solo nuovi impianti da costruire. C’è qualcuno in grado di sostenere che l’Associazione delle imprese ambientali vuole far male all’ambiente ed ai territori? I loro studi indicano nel riciclo la garanzia per gestire al meglio i 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e i 30 milioni di rifiuti urbani prodotti ogni anno in Italia.

Quanto durerà il No dei Cinquestelle? Incurante dei magri e stentati sit-in locali M5S, il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, replica sostenendo che la Campania da Terra dei Fuochi diventerà modello nazionale per le politiche di tutela ambientali e per la modernità della sua impiantistica. Entro un anno e mezzo – ha spiegato – la Regione sarà autonoma nella gestione del ciclo dei rifiuti con un piano che poggia su tre condizioni: più raccolta differenziata, aree temporanee di stoccaggio, termovalorizzatore in piena attività. 

La Regione ha investito 250 milioni, ma i tempi per raggiungere gli obbiettivi sono lunghi, per cui bisogna tagliarli. Costa è di tutt’altro avviso. Sostiene la sua contrarietà con le indicazioni Ue sul 70 % di riciclo e sui tempi lunghi per costruire nuovi impianti, ove dovesse accettarli. Paradossalmente sia il Ministro che il Governatore della Campania si appellano al tempo per riuscire nei rispettivi, contrapposti, propositi . D’altra parte ha ragione De Luca quando ricorda che portare i rifiuti all’estero è una follia per il mercato che è cambiato e arriva a chiedere fino a 260 euro a tonnellata.

Nei giorni in cui A2A fermerà Acerra , la Campania dovrà gestire 80mila tonnellate di spazzatura. I Cinquestelle se la prendono con gli amici dei costruttori dii impianti immaginando chissà quali connivenze e interessi mal celati. Tutto può essere, ma il dato vero è che le strutture servono e l’idea di fronteggiare emergenze, peggio ancora fenomeni strutturali e complessi come quelli ambientali, negando una visione industriale e moderna sposta all’indietro il cammino di territori già martoriati. Nel tentativo di voler fare del bene in realtà si torna a far del male. Non a chi temporaneamente guida le istituzioni, ma a quei cittadini che per molto tempo sono stati identificati come i peggiori inquinatori d’Italia. Ora i nuovi governanti di Roma gli dicono che è folle pensare a impianti di trattamento rifiuti. In fondo una non risposta. Sarà per questo che il grillismo dopo l’entusiasmo di due anni fa, in Campania sui rifiuti, può cadere sotto il peso della realpolitik locale.

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Categories: Economia e Imprese