Italia prima, Grecia seconda. In 8 mesi gli incendi hanno distrutto una superficie di 120.166 ettari, più o meno quanto la città di Roma. Zone rurali fondamentali per l’economia del Paese e la sopravvivenza di intere comunità, sulle quali finalmente si comincia a ragionare per darle nuova vita. Gli incendi di queste settimane hanno messo la politica davanti a responsabilità antiche. Draghi é intervenuto per assicurare sostegno e aiuti alle centinaia di aziende colpite, in Calabria particolarmente, devastate anche da lutti familiari. Ma prima dell’estate terribile, per queste aree si era mossa anche l’Ue. Si é data un anno e mezzo di tempo per verificare come le zone di tutta l’Europa possono contribuire al passaggio ad un economia integrata e digitale. Da settembre prossimo si lavorerà in ogni Paese per delineare un futuro più rassicurante. A metà 2023 la Commissione europea tirerà, poi, le somme dei piani e dei fondi a favore di queste storiche realtà.
Il Commissario Ue Janusz Wojciechowski prima della pausa estiva ha presentato alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo il progetto di valorizzazione di milioni di ettari di aree destinate a pascoli, agricoltura, coltivazioni ad origine controllata. Infatti, ha spiegato “le zone rurali che sono cruciali per l’UE in quanto producono alimenti, tutelano il nostro patrimonio e proteggono i nostri paesaggi, devono svolgere un nuovo ruolo nella transizione verde e digitale”. Dal punto di vista economico ed ambientale gli Stati membri, dovranno fare in modo che il Piano d’azione dell’UE garantisca lo sviluppo sostenibile di tutte le zone rurali. Quindi, sarà compito dell’Europa fornire a queste comunità gli strumenti giusti per valorizzare le opportunità future e risolvere i problemi che affrontano attualmente. Dovranno cambiare in profondità per non restare fuori dagli ampi disegni di riassetto produttivo inclusi nella Politica agricola 2023-2027. D’altronde diverse azioni dell’UE già forniscono incentivi e sostegni per rendere pezzi importanti di paesaggio compatibili con operazioni di sostenibilità e di economia circolare.
L’approccio sistemico è quello che l’Ue intende realizzare tenendo fuori dal Piano tentazioni di autosufficienza o di sovranità deteriore. Il governo italiano finora , al di fuori delle e emergenze, ha espresso interesse per un percorso di rinascita anche mediante la Rete rurale nazionale. Adesso ha l’altra grande opportunità di mettere in pratica le buone intenzioni con tutto quello che ha previsto nei piani post Covid. Importante avere una tabella di marcia ben definita e dialogare con aziende, associazioni di categoria, enti locali. Per non disperdere nulla di quello che l’Eu mette a disposizione, entro la metà del 2023, la Commissione valuterà quali azioni da lei finanziate siano state effettivamente realizzate. Quindi il via libera alle proposte di programmazione 2028-2034.