E’ necessario “sgomberare il campo da una polemica su un argomento totalmente inesistente, ossia quello dell’ipotesi di privatizzazione dell’Inail”. E’ la puntualizzazione del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ribadisce come “il Governo confermi che la missione dell’Istituto è quella di prestare un’assicurazione sociale obbligatoria e generalizzata, svolta in regime di sostanziale monopolio pubblico, che riguarda la salute e la sicurezza di cittadini e lavoratori”.
Sentita dalla commissione Lavoro di Montecitorio, il ministro affronta anche il tema della governance degli enti previdenziali. Non lesinando anche osservazioni polemiche, ha ricordato che il governo si è insediato a novembre 2011 e ha già fatto una riforma complessiva della previdenza, intervenendo per ridurre il problema del debito pubblico, che grava pesantemente sulle future generazioni, nonché una complessa riforma del mercato del lavoro, alla quale si è lavorato per oltre tre mesi; al contempo, il suo dicastero è tuttora impegnato sul versante dei cosiddetti “esodati”.
Dunque nessuna accusa al governo di non avere ancora approvato la riforma della governance degli istituti di previdenza e assistenza, “che- sottolinea Fornero – non può essere fatta se non con la collaborazione e il contributo di tutti i gruppi parlamentari e non può certo essere liquidata in un pomeriggio, se è vero- aggiunge polemicamente- che un autorevole predecessore ha addirittura impiegato una importante società di consulenza per lo studio di possibili interventi di riforma in materia, per commissionare il quale, allo stato, il mio Ministero non avrebbe neanche i fondi disponibili”.
La presenza di Fornero in commissione era collegata al parere di nomina del professor Massimo De Felice a presidente dell’Inail. E l’occasione e’ servita al ministro a ribattere alle critiche per la modalità di tale scelta, precisando le ragion: ossia un professore universitario connotato da chiara indipendenza, che ha da subito rimosso ogni questione legata a potenziali conflitti di interesse, una indicazione che ha l’assenso dell’intero governo.