In Sardegna c’è chi con le fonti di energia fossili non vuole avere nulla a che fare. Non perdono occasioni i comitati e le associazioni per farsi sentire e bloccare i progetti delle nuove infrastrutture energetiche di cui l’isola ha invece bisogno. Una medaglia politica che i grillini ( della prima ora) si sono attaccati al petto. Una battaglia per salvaguardare l’ambiente , che alla presentazione alla cineteca sarda di Cagliari della sesta edizione del festival cinematografico Life after oil, è stata sintetizzata nel cartello esposto “ il metano è un progetto scaduto”. Di gas naturale sull’isola se ne parla da anni. Dopo averlo rivendicato e con i lavori delle reti avviati in diversi Comuni bisogna vedere come si procederà con la dorsale principale di trasporto. Ma la Sardegna attraverso il cinema, con il suo Festival tematico , diretto dal regista Massimiliano Mazzotta, celebra la fine del periodo d’oro delle energie tradizionali.
Martis (2014 e 2015), Stintino (2016) Santa Teresa Gallura (2017 e 2018) sono state le edizioni che hanno preceduto l’evento che parte domani e tocca varie città.Due giornate a Cagliari, il 12 e 13 settembre, Ottana, il 14 settembre e poi Santa Teresa dal 18 al 21 settembre. Il liet motiv cinema per l’ambiente innerva le proiezioni in un contesto socio-economico provato dallo sfruttamento pluriennale di risorse energetiche. “Life for green – Le industrie creative e la sfida della sostenibilità”, “Syria”, “Existence”, “The wash”, “Be’ jam be the never ending”, “Veranda augusta”, “Hope”, “With or whithout you “: titoli con lo scopo di guardare al futuro con ottiche nuove e con pesantissimi lasciti alle spalle di sfruttamento e di fatiche.Magari la Sardegna sarebbe ancora più indietro, ma gli errori servono a correggere il cammino . E l’arte in tutte le sue forme non si può trascurare . Pensando a ieri ad un grande centro dell’Italia del boom economico ,una lettura realistica l’ha data il sindaco di Ottana , Franco Saba:“Dopo la caduta del petrolchimico non rimane nulla: solo roba da pulire e bonificare”. Di quella stagione economica e di lavoro , ma anche di battaglia contro l’amianto che uccide, prova a parlarne in questo Festival il film di Paolo Carboni, fuori concorso, “Guai ai vinti: pane e amianto “.
Il festival, è sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission che quest’anno ha toccato il record di 612 opere iscritte e 567 selezionate provenienti da 67 Paesi. Il valore sociale orientato alla sostenibilità dei territori ha coinvolto anche due scuole di Santa Teresa e San Pasquale che presentano opere fuori concorso. Ben vengano le iniziative come il “Life After Oil” – ha spiegato il Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Ci danno l’opportunità di fermarci a riflettere e di programmare un futuro che possa prescindere dai combustibili fossili Cagliari ospita la prima fase del festival e vuole dare la massima importanza a questi temi. Non può sfuggire, però, che gli argomenti trattati artisticamente hanno anche un contenuto politico. Se la visione di queste opere scaverà davvero nelle coscienze di chi deve prendere decisioni il risultato della rassegna sarà centrato. La Sardegna presto aprirà il confronto con il nuovo governo Conte 2, dichiaratosi molto green.Una partita delicata con la politica a ruoli invertiti sull’isola e a Roma. Oltre le proiezioni e i giudizi sulle pellicole, questo mese si riparlerà della richiesta regionale di rinviare la decarbonizzazione al 2030 piuttosto che al 2025, per non compromettere l’assetto energetico dell’isola. Una specie di allarme perché le alternative energetiche non sono pronte e perché ci sono in ballo molti posti di lavoro. Se il cinema e la rappresentazione corrono il vissuto e meno facile. “ Life After Oil” vuole farci guardare e andare oltre, ma in base a scelte politiche preannunciate, i sardi corrono il rischio di andare in senso contrario a quanto avranno invece visto nei film di questa interessante rassegna.