Il mensile Forbes Magazine pubblica ogni anno una classifica dell’indice di Tax Misery, un indicatore della sofferenza dei contribuenti che è costruito addizionando le aliquote marginali dell’imposta sui redditi delle persone (45%), di quella sui redditi delle società, dei contributi di sicurezza sociale pagati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore e infine dell’Iva o delle imposte sulle vendite.
Al primo posto c’è la Francia e al secondo, con sorpresa di molti a cominciare dai cinesi, la Cina. Il quotidiano ufficiale – il People’s Daily – ha ponderosamente commentato che, anche se questa classifica non riflette il peso reale delle imposte in Cina (la pressione fiscale a livello macroeconomico è un modesto 18% circa del Pil), è in accordo «con la psicologia dei contribuenti», che vogliono vedere ridotto il peso delle imposte. Alcuni accademici hanno anche contestato il metodo adottato da Forbes per il calcolo, argomentando che non può essere trasposto in un sistema tributario come quello cinese.
http://usa.chinadaily.com.cn/china/2011-09/01/content_13599222.htm
http://english.peopledaily.com.cn/90780/91344/7586726.html