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In Brasile un quinto del reddito di cittadinanza viene speso in scommesse e la Banca centrale lancia l’allarme

Nel Paese sudamericano dilaga il fenomeno delle scommesse sportive online. Secondo la Banca centrale, che ha però ammesso che i dati potrebbero essere imprecisi, un quarto dei beneficiari di Bolsa Familia gioca sulle partite: ad agosto spesi 3 miliardi di reais, sul totale di 14 miliardi erogati nel mese

In Brasile un quinto del reddito di cittadinanza viene speso in scommesse e la Banca centrale lancia l’allarme

Paese che vai, reddito di cittadinanza che trovi. In Brasile il programma di sussidi statali si chiama Bolsa Familia e fu creato dal presidente Lula nel 2003, salvo poi essere dismesso da Jair Bolsonaro ma di nuovo ripristinato da Lula, eletto nel 2022 per un terzo mandato. Oggi i beneficiari del reddito di sostegno sono oltre 20 milioni, un brasiliano su dieci, e senza dubbio questi è stato utilissimo per abbattere la povertà estrema, che sotto Bolsonaro aveva toccato livelli allarmanti, con 16 milioni di brasiliani che secondo le statistiche dell’Onu vivevano in uno stato di insicurezza alimentare grave, ossia avevano grandi difficoltà a nutrirsi. Con il ritorno di Lula il dato è stato drasticamente abbattuto, anche se non mancano le polemiche su come vengono spesi i 14 miliardi di reais (2,3 miliardi di euro circa) che lo Stato riconosce mensilmente ai percettori di Bolsa Familia. In Brasile, infatti, il mercato delle scommesse sportive online è in piena espansione e, così come tutte le altre transazioni, anche quelle sui siti di gioco vengono effettuate attraverso la tessera del sussidio. Così, la Banca centrale ha recentemente scoperto e comunicato che nel solo mese di agosto, e solo avendo accesso alle operazioni online e dunque tracciate, 3 miliardi di reais sono stati spesi in scommesse dai beneficiari del reddito di cittadinanza brasiliano, vale a dire il 20% del totale erogato ogni mese dal governo a tutti.

Scommesse in Brasile: la Banca Centrale lancia l’allerta sul gioco d’azzardo

Hanno scommesso, secondo la mappatura della Banca centrale, 5 milioni di persone (un quarto dei beneficiari), e il 70% di loro è risultato essere padre di famiglia: solo questa categoria ha speso in un mese 2 miliardi di reais, due terzi del totale. Questi dati, che tuttavia l’istituzione finanziaria ha successivamente ammesso poter essere imprecisi, hanno generato indignazione non solo per il modo in cui vengono spesi soldi pubblici, ma anche di per sé per un fenomeno socialmente sempre più preoccupante: ormai i brasiliani spendono in scommesse sportive, in particolare sul calcio, oltre 21 miliardi di reais al mese, il 200% in più rispetto a gennaio. “Ciò sta generando effetti sugli inadempimenti, soprattutto dei redditi più bassi”, ha ammonito Roberto Campos Neto, presidente della Banca centrale, che ritiene il trend spiegabile proprio con la popolarità delle scommesse: “Tutto lascia pensare che questo porterà ad un deterioramento della qualità del credito nel Paese”. Senza contare che questo incide anche sulla regolarità delle competizioni sportive, tanto è vero che lo scorso anno il Brasile è stato travolto da uno scandalo calcioscommesse che ha portato alla squalifica, in alcuni casi a vita, di 11 giocatori della serie A locale. Quest’anno invece è toccato alle stesse agenzie di scommesse finire nel mirino degli investigatori: due di loro, Bets Esportes da Sorte e Vai de Bet, sono accusate di riciclaggio di denaro, in cui peraltro è coinvolto il noto cantante Gusttavo Lima, famoso qualche anno fa anche in Italia per la hit “Balada”.

Il governo Lula punta sulla legalizzazione delle scommesse sportive

In tutto questo, il governo Lula ha pensato di legalizzare e regolamentare i siti di scommesse sportive, che ad oggi sono di fatto clandestini, o meglio si appoggiano a domini Internet di altri Paesi. Dal 1° gennaio 2025 tutte le società dovranno essere regolarmente registrate, il che però genererà secondo gli esperti un ulteriore boom delle scommesse, che di fatto saranno sdoganate. La differenza è che adesso lo Stato ci guadagnerà in tasse, come già fa dalle lotterie da cui incassa quasi 2 miliardi di reais al mese. Ma ne vale la pena, di fronte al rischio di bomba sociale? Già oggi l’86% degli scommettitori si indebita per giocare, persino spendendo parte del contributo Bolsa Familia, e il 64% è moroso. “Siamo sempre stati contro il gioco d’azzardo – ha recentemente detto il presidente Lula – ma era un problema che andava affrontato e regolato. Se la regolamentazione non dovesse funzionare, torneremmo subito indietro”. Nel frattempo, il governo ha già annunciato che la tessera del reddito di cittadinanza non potrà più essere usata sui siti di scommesse sportive.

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