Partner “in crime”, ovvero la coppia che non ti aspetti. Gli affari sono affari, si sa, e quello del Brasile non deve nemmeno essere l’unico esempio, ma oggi nel primo mercato del Sudamerica avviene che la famiglia di Donald Trump e gli arabi risultano soci di un piccolo impero del food&beverage. In un Paese da oltre 200 milioni di potenziali consumatori la Affinity Partners di Jared Kushner, genero dell’ex presidente, e il fondo degli Emirati Mudabala controllano insieme importanti marchi del settore HoReCa come la catena di fast food Burger King e, da poco, anche la nota caffetteria statunitense Starbucks, che era finita in amministrazione controllata sotto la gestione del fondo americano SouthRock (che in Brasile possiede anche quote in Subway e Eataly). La partnership avviene attraverso il gruppo Zamp, di cui Mudabala detiene il 58,2% del capitale e nel cui consiglio d’amministrazione siede anche Asad Naqvi, socio della Affinity di Kushner. Il 43 enne imprenditore, marito di Ivanka Trump e che aveva avuto un ruolo da protagonista durante l’amministrazione del suocero, è proprietario di Affinity e dall’inizio di quest’anno ha investito 1 miliardo di reais, cioè circa 200 milioni di dollari, nel gruppo Zamp e nelle sue attività in Brasile.
Starbucks acquisita da Zamp per 25 milioni di dollari
Tra queste, oltre a Burger King, c’era già l’altra catena di ristorazione Popeye’s, mentre da poco si è appunto aggiunta Starbucks, che è stata rilevata da Zamp lo scorso giugno per un esborso di 120 milioni di reais (25 milioni di dollari): l’operazione ha da poco ricevuto il via libera dal Cade, authority brasiliana che vigila sulla concorrenza e che non ha ravvisato ostacoli. L’investimento per acquisire il noto brand di caffetteria è stato relativamente basso, considerando che in Brasile i punti vendita Starbucks sono ben 130 (In Italia sono meno di 20, per fare un confronto), di cui 42 solo nella città di San Paolo. Un affare simbolicamente importante perché si parla di marchi storici del made in Usa e in un mercato di enormi dimensioni come quello sudamericano, ma per gli arabi di Mudabala questa è solo l’ennesima goccia nell’oceano: in giro per il mondo, vale a dire in oltre una cinquantina di Paesi, il fondo sovrano di Abu Dhabi gestisce attivi per 276 miliardi di dollari. Una parte dei quali, seppur piccola, in società con il precedente e forse prossimo presidente degli Stati Uniti d’America.