Non è il primo progetto al mondo nel suo genere, perché si era visto qualcosa anche in Italia, ma potrebbe essere il primo con tecnologia 3D ad espandersi su scala globale, dando l’opportunità a centinaia di artisti di esprimersi e a non-vedenti di tutto il pianeta di poter fruire completamente delle opere di street art, cogliendo tutti ma proprio tutti i dettagli che è in grado di cogliere chi vede: forme, colori, rilievi, testi.
E’ nato in Brasile, a San Paolo, uno dei primi progetti al mondo di murales in braille con tecnologia 3D: si chiama #PraCegoVer (“per il cieco vedere”) e lo ha lanciato l’associazione Mosaiki. La prima installazione, ad opera del writer locale Subto, è apparsa nel Beco do Batman, punto di ritrovo di artisti e artigiani nel cuore della Vila Madalena, il quartiere boemo della metropoli brasiliana.
“Il murales – spiega la responsabile Sueli Parisi – raffigura due scimmiette, una vedente e una non vedente, che dialogano. Si tratta di un’opera facente parte di una trilogia: un secondo disegno è già stato inaugurato a Jundiai, nella periferia di San Paolo, e un altro lo sarà a Rio de Janeiro. E poi contiamo di finanziarne almeno altri 40 nel 2024, in Brasile ma potenzialmente ovunque nel mondo”.
I costi, dai materiali alla retribuzione dei graffiteiros, sono sostenuti indirettamente da fondi pubblici: le opere sono patrocinate da imprese che sul territorio brasiliano, se investono in progetti dall’alto valore culturale e sociale come questo, beneficiano della “Lei de incentivo”, ovvero il contributo viene detratto dalle imposte. Per queste prime tre opere hanno pagato due realtà internazionali presenti in Brasile: la tedesca degli spumanti Henkell Freixenet e la multinazionale brasiliana del cibo per cani Premier Pet.
E i costi non sono banali, perché il progetto #PraCegoVer utilizza materiali di ultima generazione e riciclabili: “Solo di materiali – racconta Parisi di Mosaiki -, un singolo murales costa circa 10.000 reais (equivalente di 2.000 euro, ndr), perché usiamo una resina particolare non tossica, visto che entra i contatto con le mani dei non vedenti che visitano l’opera. Una buona stampante 3D costa altrettanto, anche se l’azienda cinese che ce la vende, che si chiama reality, ci ha ora proposto di fornircele gratis in cambio dell’esclusività. E poi ci sono i costi di un team multi-disciplinare, che si avvale oltre che di artisti anche di consulenti esperti di alfabeto Braille”.
E non ci sono solo i testi: Mosaiki infatti si è preoccupata anche dei non-vedenti senza alfabetizzazione. Per loro, la stampa 3D valorizza con cura tutti i rilievi, le forme, i contorni, in modo che possano almeno distinguere nitidamente le immagini e il contenuto del murales nel suo insieme. Ecco perché anche i tempi di realizzazione del graffiti non sono brevissimi: al di là della capacità e dell’ispirazione dell’artista, che di per sé impiega poco a fare il disegno, la produzione dell’installazione in resina 3D richiede diverse settimane: “In tutto, dalla presentazione del progetto all’inaugurazione, passano 40 giorni”, spiega ancora Sueli Parisi.
Il progetto #PraCegoVer, che peraltro pretende di valorizzare giovani artisti, con l’obiettivo di far realizzare ogni opera a un writer diverso, ha già ricevuto interesse internazionale: sono pronti ad ospitare le prossime installazioni Paesi come Germania, Canada e India.