Le piccole e medie imprese sono lo zoccolo duro dell’economia italiana. Tutti lo sanno, ma quando sono i numeri a confermarlo l’effetto è diverso. Secondo uno studio empirico della scuola Sda dell’Università Bocconi di Milano, le small caps, quotate sul listino milanese, hanno evidenziato una sovra-performance di quasi il 600% rispetto ai titoli di maggiore capitalizzazione, sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
L’analisi è stata condotta su un totale di 560 società quotate nel listino milanese da dicembre 1988 a dicembre 2009. Il decile dei titoli di small portfolio (ovvero la fetta che comprende il 10% delle società a minore capitalizzazione) ha presentato, su un anno, un sovra-rendimento del 14% rispetto al decile dei titoli big portfolio, ovvero delle società a maggiore capitalizzazione. E questo valore aumenta esponenzialmente se si considerano archi temporali più ampi: su 3 anni lo scarto è del 66%, del 183% in 5 anni e del 581% in 10 anni. In pratica dunque un euro investito nel portafoglio dei titoli a più bassa capitalizzazione ne rende, 10 anni più tardi, quasi 6 in più dello stesso euro investito nel portafoglio dei titoli a più elevata capitalizzazione.
In Italia ci sono stati ancora pochi studi riguardo le motivazioni alla base di questa straordinaria performance delle small caps. Ricerche analoghe condotte negli Stati Uniti hanno rivelato che gli alti rendimenti sono da associare al maggiore rischio (che i più comuni modelli di rischio-rendimento non catturano), ai maggiori costi di transazione, alla presenza di un’informazione limitata e all’illiquidità dei titoli small cap.
Infine, lo studio della Bocconi osserva le similitudine tra l’andamento dei titoli delle small caps e quello dei fondi private equity: le due classi di investimento, se si guarda ai rendimenti, sono assolutamente assimilabili. Negli ultimi anni negli Stati Uniti si stanno diffondendo i Pipe (Private investment in public equity), fondi che investono in piccole e medie imprese. Questo fenomeno potrebbe prendere avvio anche in Italia e ridare così slancio a quella che è la base dell’economia italiana e del Made in Italy.