È molto probabile che la stragrande maggioranza degli investitori che ieri hanno sottoscritto le azioni di Snap non sappia usare Snapchat, la app che serve ad inviare immagini che si autodistruggono dopo poche ore. Quasi tutti gli utenti del social network, infatti, hanno tra i 18 e i 24 anni. Per questo motivo il prospetto dell’Ipo contiene informazioni dettagliate per usare la app. In compenso, ai nuovi soci non interessano le informazioni sugli utili (che non ci sono e non ci saranno per un bel po’) e nemmeno sulla governance perché, per la prima volta, gli azionisti non avranno diritto di voto: salvo sua esplicita rinuncia, il fondatore Evan Spiegel guiderà la società a vita.
Questi “dettagli” servono a inquadrare l’ultima apparente follia di Wall Street. Ieri le azioni di Snap sono schizzate all’insù: il primo prezzo è stato di 24 dollari, più alto del 41% rispetto ai 17 dollari fissato per l’Ipo (a sua volta in rialzo sul valore di 14 dollari inizialmente fissato da Morgan Stanley e Goldman Sachs che hanno curato il collocamento del 10%) ma nel corso della seduta la quotazione è salita fino a 24,48 dollari, con un balzo del 48% che ha fatto salire la capitalizzazione a 29 miliardi di dollari. Ieri sera il ceo Spiegel, nemmeno trentenne, si è ritrovato più ricco di 5,3 miliardi di dollari.
STASERA PARLA YELLEN: DISCO VERDE ALL’AUMENTO DEI TASSI
Anche questa vicenda aiuta a spiegare l’atmosfera che si respira nei mercati Usa. Ma anche il cambio di passo dei banchieri della Federal Reserve, che, abbandonata la tradizionale prudenza, sbandierano senza alcun ritegno la necessità di alzare i tassi al più presto. In attesa di quel che dirà stasera Janet Yellen, l’ultima a parlare prima della riunione del Fomc del 14-15 marzo, è stata Lael Brainard: bisogna fare presto, anche perché, rispetto a pochi mesi fa, il quadro internazionale è più tranquillo, ma Wall Street, in piena corsa, rischia di andare fuori regime. Un rialzo dei tassi a metà marzo è dato dagli operatori al 74%, solo la settimana scorsa era dato al 30%.
SALE L’INFLAZIONE IN EUROPA, MA DRAGHI NON CEDE
I mercati europei, invece, sono concentrati sul prossimo meeting della Bce (8 marzo). L’impennata dell’inflazione risalita al 2%, combinata con la forte ripresa dell’economia, ha portato acqua al mulino di chi, vedi Jens Weidmann, chiede lo stop degli acquisti di titoli. Ma la maggioranza sta con Mario Draghi: l’impennata dei prezzi riguarda quasi solo il petrolio, l’inflazione core è ancora allo 0,9%. Soprattutto nessuno, Bundesbank compresa, se la sente di avviare una stretta alla vigilia di un round elettorale ad altissima tensione: si comincia tra dieci giorni in Olanda, poi toccherà alla Francia. Si respira, insomma, aria di tregua, con grandi benefici per banche e ad aziende italiane.
BLIZT FISCALE SU CATERPILLAR (-4,3%)
La Borsa americana ha ingranato la marcia indietro dopo il balzo di mercoledì. L’indice S&P 500 è sceso dello 0,59% sotto i 2.400 punti. Il Dow Jones (-0,53%) resiste sopra i 21.00 punti (21.002,97), Nasdaq -0,73%. In ribasso stamane anche i futures sullo Standard & Poor’s (-0,2%).
Wall Street ha ormai preso atto che l’era del costo del denaro quasi a zero è finita, il rendimento del Treasury Bill a due anni è su livelli che non si vedevano dal 2009 all’1,31%, dall’1,29%. Il decennale tratta al 2,48%, dal 2,44%.
In forte ribasso Caterpillar (-4,3%): il procuratore generale dell’Illinois ha disposto la perquisizione di tre sedi del gruppo. Pare che l’inchiesta riguardi l’evasione fiscale su profitti in arrivo dalla sede svizzera.
PETROLIO DEBOLE, IL BITCOIN SORPASSA L’ORO
L’oro perde lo 0,6%, a 1.241 dollari l’oncia. Per la prima volta la quotazione della moneta virtuale, il Bitcoin, trattato a 1.265 dollari (in un anno +200%) ha superato quella del metallo giallo.
Il prezzo del petrolio segna un calo dell’1,6% con il Brent a 55,4 dollari al barile. A Febbraio la Russia ha tagliato la produzione meno di quanto promesso.
Exxon Mobil, dopo un avvio brillante a +1%, ha ridimensionato il rialzo a +0,34%. A Piazza Affari Eni, a lungo in rialzo nella giornata, ha chiuso invariata. Kepler Cheuvreux ha confermato il giudizio buy, target price 18 euro dopo la presentazione del piano strategico. Saipem -0,7%. Tenaris -0,6%.
IL GIAPPONE FESTEGGIA IL RITORNO DELL’INFLAZIONE: +0,1% A GENNAIO
Si avviano ad una chiusura debole i listini asiatici, in scia alla frenata di Wall Street: Tokyo -0,7%, nonostante l’exploit di Nintendo (+4,1%) dopo l’avvio delle vendite della nuova consolle. In calo anche Hong Kong (-0,5%) e Shanghai (-0,2%). È imminente il giudizio della Commissione Ue sul merger tra Chem China e Syngenta.
Frena la Borsa coreana: Pechino ha sospeso i visti turistici per Seul nel timore di attacchi missilistici in arrivo dalla Corea del Nord.
Per la prima volta dall’inizio del 2015 l’indice dei prezzi al consumo di Tokyo chiude con un segno positive: +0,1%. È una buona notizia per il premier Shinzo Abe, alla vigilia dell’apertura della stagione dei contratti. La disoccupazione è scesa al 3% (dal 3,1%), mentre il calo dello yen sul dollaro si sta traducendo in una forte spinta all’export. Ma questi fattori positivi non sembrano indurre le società alla mossa più attesa dal premier: l’aumento dei salari, essenziale per dare impulso ai consumi.
PIAZZA AFFARI ANCORA LISTINO TOP, OGGI IL PIL DEL QUARTO TRIMESTRE
Anche ieri Milano è stata la Borsa più tonica del Vecchio Continente. L’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,4%, a 19.441 punti. Grazie al rialzo degli ultimi due giorni il FtseMib si è riportato in positivo la performance da inizio 2017 (+1%) ed è partito all’inseguimento dei listini migliori della zona euro. Il Dax di Francoforte guadagna quasi il 5%.
Oggi l’Istat pubblicherà il dato sul Pil italiano del quarto trimestre. Meno tonici i listini di Parigi (+0,1%), Francoforte (-0,1%) e Londra (-0,01%). Stamane è prevista un’apertura debole per le Borse europee.
I CAPITALI LASCIANO I PORTI SICURI: MIGLIORANO BTP E OAT
Gli ultimi dati positivi sulla crescita dell’economia Usa e sull’andamento dell’inflazione in Europa contribuiscono a migliorare il clima di fiducia sui mercati azionari. I capitali escono dai cosiddetti “rifugi sicuri”: il rendimento del Bund tedesco è salito a 0,31% (da 0,28%).
Il secondario italiano chiude con variazioni marginali una seduta caratterizzata da brevi oscillazioni e dalle aste francesi e spagnole. Il differenziale di rendimento con il Bund sul tratto decennale ha visto un restringimento a causa della peggiore performance del mercato tedesco.
Lo spread Francia-Germania si è portato al di sotto dei 60 punti base per la prima volta in un mese, stimolato dall’esposizione del programma elettorale da parte del candidato all’Eliseo Emmanuel Macron.
La ripresa di Piazza Affari è legata al rimbalzo delle banche: il comparto italiano guadagna lo 0,85% sotto la spinta di Unicredit (+2,35%) che va ad aggiungersi al balzo di oltre il 4% della vigilia. La banca ha reso noto ieri che l’aumento di capitale risulta integralmente sottoscritto per un controvalore complessivo di 12,999 miliardi di euro. Tutti i diritti inoptati sono risultati interamente venduti nel corso della prima seduta dell’offerta, lo scorso 27 febbraio.
Intanto Fabrizio Palenzona fa un passo indietro. L’istituto ha annunciato che il primo marzo “il consigliere Fabrizio Palenzona ha comunicato al presidente del Cda della banca di voler rinunciare, con effetto immediato, alla carica di vice presidente. Il consigliere Palenzona – continua il comunicato – ha assunto questa decisione allo scopo di agevolare le iniziative di revisione della governance programmate per il 2018 ed annunciate da Unicredit nel corso della presentazione del Piano Strategico il 13 dicembre 2016. Tali iniziative si basano sulle analisi svolte nel 2016 dal Comitato Corporate Governance, Nomination and Sustainability di UniCredit e includono anche la raccomandazione di una riduzione del numero di vice presidenti dagli attuali tre vice presidenti ad uno”.
Positiva Bper Banca (+0,4%), che ha sottoscritto ieri sera il contratto per l’acquisto del 100% del capitale di Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara dal Fondo Nazionale di Risoluzione per il corrispettivo simbolico di 1 euro. Per Citigroup si tratta di “un piccolo deal, atteso dal mercato” che dovrebbe avere “un beneficio a singola cifra sull’utile del gruppo”. Ubi +0,3%. Chiusura invariata per Intesa. Banco Bpm è scesa dello 0,2%.
Giornata di promozioni per i titoli del risparmio gestito, Banca Generali (+0,9%) trae ancora beneficio dal prossimo ingresso nel paniere principale di Piazza Affari. Fineco avanza dell’1,3%, dalla notizia che, dal 20 marzo, l’azione sarà aggiunta allo Stoxx Europe 600 Index. Banca Akros ribadisce il giudizio positivo (accumulate. Target 6,1 euro).
Tra gli assicurativi poco mossa Generali (+0,1%). La compagnia avrebbe dato mandato a Bnp Paribas per cedere le attività in Olanda, Paese dove è presente da più di 140 anni e dove nel 2015 ha registrato un utile netto di 5,4 milioni di euro.
Nell’area Emea la compagnia sta valutando anche l’uscita da Portogallo e Belgio. Nell’area Americas, sta valutando l’uscita da Colombia, Ecuador e Panama, mentre Argentina e Brasile sono considerate strategiche.
In grande evidenza alcuni titoli del lusso. Ynap è la migliore blue chip con un rialzo di oltre il 4% all’indomani della diffusione dei risultati 2016 e della conferma della guidance per il 2017. I broker parlano in generale di numeri in linea con il consensus ma sottolineano come il titolo arrivi da un periodo di sottoperformance.
Moncler ha guadagnato lo 0,95%, a 19,22 euro. Equita Sim ha aumentato di 50 punti base il peso dell’azione nel proprio portafoglio principale. Mediobanca ha alzato il target price a 24,7 euro da 22,50 euro, confermando il giudizio Outperform. Tra i 24 analisti censiti da Bloomberg è migliorato l’ottimismo: 22 consigliano di acquistare. Nessun consiglio di vendere. Il target medio è cresciuto a 21,68 euro da 19,60 euro pre-trimestrale.
Sul fronte opposto Luxottica lascia sul terreno l’1,8% sulla scia dell’outlook prudente fornito dal gruppo di occhialeria per il 2017.
Giornata positiva per i titoli industriali. Spicca il nuovo rialzo di Leonardo (+2,2%). Equita Sim (buy, Target 13,5 euro) ha evidenziato alcuni spunti sorti dall’audizione al Senato di ieri del Ceo Moretti a partire dal l’intenzione di cedere il 49% di Drs per procurarsi le risorse per i nuovi investimenti.
Nell’automotive brilla Brembo (+2,2%). Sulla parità Fiat Chrysler a 10,5 euro. Goldman Sachs ha limato il giudizio da 20,3 a 20 euro, confermando il buy . A febbraio le vendite del brand Fiat in Germania sono salite del 18,1% con una quota al 2,3% su un mercato dell’auto tedesco in calo del 2,6%. Nei primi due mesi dell’anno il rialzo è stato pari al 21,4% (2,2% la quota) su un mercato tedesco in crescita del 3,5%.
Grandi movimenti in vista nell’auto europea. Lunedì, in occasione dell’apertura del salone di Ginevra, Peugeot e General Motors potrebbero annunciare l’acquisizione di Opel da parte del gruppo francese anche se, riferisce Reuters, restano ancora da definire alcuni aspetti del futuro pensionistico di Opel (deficit di 10 miliardi di dollari) e sulle richiesta Gm di impedire al marchio di competere all’estero contro la linea Chevrolet del gruppo americano.
I buoni risultati spingono Recordati (+1,2%), che segna il nuovo massimo storico. Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo da 33,8 a 34,4 euro, confermando la raccomandazione accumulate. In calo invece Prysmian (-2,7%) dopo la diffusione dei dati del 2016.