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In Borsa la paura richiama l’Orso ed è corsa ai beni rifugio

“Mi dicono che sono stato troppo pesante con la Corea del Nord. Al contrario, le mie parole non sono state abbastanza forti: loro non sanno quanto stanno rischiando”. Donald Trump ha alzato così i toni della guerra, fortunatamente per ora solo verbale, con Pyongyang, che minaccia il lancio di quattro missili su Guam, territorio Usa nel cuore del Pacifico. E così i mercati finanziari, pur convinti che alla fine lo scontro non ci sarà, sono costretti ad attrezzarsi per un Ferragosto all’insegna della paura nucleare. Di qui la frenata delle Borse e la corsa, più convinta che nei giorni scorsi, ai beni rifugio. Risale anche dopo un lungo letargo il Vix, l’indice della paura, ai massimi da nove mesi. La sensazione è che molti fund manager siano pronti ad approfittare della situazione per “togliere il piede dall’acceleratore” dopo la lunga serie di rialzi, specie nella tecnologia, convinti che sia più prudente monetizzare parte dei guadagni. Di sicuro la situazione, alla vigilia della pausa di Ferragosto, invoglia a preferire la spiaggia a listini che rischiano di scottare.

Meteo Borsa segnala stamane forti vendite sui mercati orientali. Arretra l’indice Asia Pacific (-1,4%), così come la Borsa di Sidney (-1,3%). Le perdite più cospicue hanno colpito Seoul (-1,8%). In forte ribasso anche Hong Kong (-1,9%). Giù Shanghai (-0,6%). La Borsa di Tokyo è chiusa per festività. Lo yen è però in forte ripresa a quota 109 sul dollaro.

L’oro è trattato stamane a 1.287,12 dollari l’oncia. Un invito a comprare oro, come forma di protezione, è arrivato stanotte da Ray Dalio, uno dei più importanti investitori di Wall Street. Il presidente ed amministratore delegato del fondo Bridgewater , il più grande del mondo, avverte che i rischi sono in forte aumento, il mercato non li sta correttamente prezzando. Oltre ad un possibile scontro militare con la Corea del Nord, c’è anche il possibile default degli Stati Uniti, causato da un eventuale mancato accordo politico sull’innalzamento del debito massimo.

IN FORTE RIBASSO I TITOLI TECH, TENGONO LE UTILITIES

In forte ribasso anche Wall Street. Guida la discesa il Nasdaq, che ha lasciato sul terreno il 2,13%. L’indice S&P 500 è arretrato dell’1.45%, il maggior ribasso in una seduta dall’8 maggio scorso. Dow Jones -0,93%. Il settore che ha sofferto di più è stato il tech (-2,2%). Apple (-3,1%) è stata citata in giudizio da un gruppo di 28 sviluppatori di app cinesi che la accusano di violare leggi antitrust con il suo App Store.

Accelera intanto la guerra tra i big del multimediale. Netflix perde un altro 4,1% dopo la rottura dei rapporti con Walt Disney (-1,44%) . Non si salva neppure Facebook (-2,21%) che ha lanciato la sfida alle grandi corporation della tv e ai Big rivali del web con Watch, una nuova piattaforma sul suo social network, il più grande del mondo, in grado di offrire brevi video a episodi.

L’unico comparto in terreno positivo è quello delle utilities (+0,25%). A favorire la tenuta anche l’inatteso calo dei prezzi alla produzione (-0,1%) che fa prevedere una diminuzione dell’inflazione e aumenta l’incertezza sui futuri incrementi dei tassi. Secondo i future sui fed-funds, la probabilità di un aumento del costo del denaro entro fine anno è pari al 42% rispetto al 59% del mese scorso.

SPROFONDA IL COMMERCIO TRADIZIONALE: MACY’S -10,2%

Sprofonda, sotto la pressione di Amazon, il commercio tradizionale: Kohl’s scende del 6%, Macy’s -10,2%. Anche se, grazie al taglio costi, l’utile è salito a 116 milioni di dollari, le vendite continuano a scendere a causa dello spostamento delle vendite verso il canale online. Ai prezzi attuali, la società capitalizza solo 6,44 miliardi di euro, da inizio anno la perdita è del 40%.

Giornata movimentata per il petrolio. Nel primo pomeriggio il greggio si è apprezzato sull’onda della revisione al rialzo delle stime dell’Opec. Poi, per effetto dell’aumento della produzione (+0,5%) a luglio il prezzo ha virato al ribasso: stamane Wti e Brent trattano rispettivamente a 48,42 dollari e 51,53 dollari. A Piazza Affari Eni chiude invariata, Saipem -0,8%, Tenaris +0,6%

GIÙ ANCHE L’EUROPA. LO SPREAD RISALE A 162

Listini europei in rosso per tutta la giornata, alla svagata ricerca di spunti per rialzare la testa in bilico tra l’apatia ferragostana e i timori suscitati dalla crisi coreana. Il futures europei segnalano un avvio in discesa di mezzo punto. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,76% a 21.681 punti, sempre più lontano da quota 22 mila.

Perdono oltre un punto percentuale Francoforte, -1,15%, ai minimi da fine aprile, e Madrid -1,38%. Limita i danni Parigi – 0,59%. La Borsa peggiore è stata Londra, -1,44%. La produzione industriale britannica ha mostrato a giugno un’inattesa ripresa mettendo a segno un +0,5% ma la flessione della produzione di auto (-3,6%) e del settore delle costruzioni (-0,1%) non lascia ben sperare per i prossimi mesi.

L’Istat ha comunicato che a giugno il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un avanzo di 4,502 miliardi di euro, a fronte di un surplus di 4,661 miliardi nello stesso mese del 2016. Dall’analisi annuale dell’ufficio studi di Mediobanca sui dati economico finanziari delle 2065 società italiane industriali e terziarie di grande e media dimensione emerge che nel 2016 le grandi imprese industriali e dei servizi italiane hanno perso il 2% del fatturato su anno, la quarta flessione consecutiva dal 2013.

Seduta nel segno della debolezza per il secondario italiano. Il decennale ha chiuso a 2,028%. Lo spread è risalito in serata attorno ai massimi della vigilia, a 162 punti base. Il Tesoro italiano ha collocato 6,5 miliardi di euro in Bot a 12 mesi con rendimento in rialzo a -0,337% dal precedente -0,352%, minimo storico. Era l’unico appuntamento di metà mese, dopo la cancellazione dell’asta a medio-lungo (oltre a quella degli indicizzati di fine mese).

È probabile che la Banca centrale europea annunci modifiche al proprio programma di acquisto titoli a settembre. È quanto emerge da un sondaggio Reuters dopo che il mese scorso la Bce ha lasciato invariata la propria politica monetaria ultra accomodante e ha detto di non aver discusso del Qe sottolineando che l’argomento verrà affrontato “il prossimo autunno”. Ventotto dei 50 economisti interpellati tra il 7 e il 9 agosto hanno detto di aspettarsi che Francoforte si esprima a settembre mentre per 15 di loro sarà necessario aspettare ottobre.

SOFFRONO BANCHE ED ASSICURAZIONI

In Europa tutti gli indici settoriali Stoxx sono finiti in ribasso, con le perdite maggiori per Banche (-1,6%) e Assicurazioni (-1,2%). A Piazza Affari Unicredit ha perso il 2% nonostante Berenberg abbia alzato il target price su quest’ultima a 16 da 15 euro. Intesa -0,2%, Banco Bpm -1%, Ubi -2,1%. Fra le assicurazioni, Generali -0,5%, Unipol -1,9%. Banca Generali arretra dell’1,7%. 

SALE SOLO CAMPARI. GIÙ L’INDUSTRIA

Scivola Enel (-1%), netto ribasso di Telecom Italia (-1,6%). Arretrano i titoli industriali: Leonardo -0,8%, Stm-1,4%. Ribassi per Recordati (-1,7%) e Prysmian (-1,5%). Buon rialzo per Campari (+2%), sostenuta dalla promozione di SocGen a Buy da Hold con target price in crescita da 6,1 euro a 7,2 euro. Gli analisti di Morgan Stanley hanno alzato il target price da 4,75 a 6 euro con giudizio equalweight invariato. 

TRA LE SMALL VOLANO SIAS, ERG E BANCA INTERMOBILIARE

Sias , la seconda concessionaria autostradale italiana, localizzata soprattutto nell’area occidentale del Paese, chiude in rialzo del 4,7% a 12,25 euro. Il titolo reagisce alla pubblicazione dei dati del semestre: l’utile netto si è attestato a 95,3 milioni, in crescita del 24% (consenso a 81 milioni). Equita Sim ha alzato il rating del titolo a buy e il target price a 14,4 euro.

Erg chiude in rialzo del 2,04%, a 12,53 euro. Il titolo reagisce alla pubblicazione dei dati del trimestre. Nel periodo aprile-giugno, con condizioni climatiche sfavorevoli, l’Ebitda è sceso solo del 3% a 107 milioni di euro, meno delle aspettative degli analisti. L’utile netto è salito a 27 milioni di euro.

Vola Banca Intermobiliare, +8% sulle prospettive del cambio di controllo dell’istituto dopo la messa in liquidazione dell’azionista di riferimento Veneto Banca.

Save tratta sopra i 21 euro dell’Opa obbligatoria scattata a seguito del riassetto azionario e che potrebbe portare al delisting della società aeroportuale. Il titolo ha chiuso a 21,12 euro dopo aver toccato un massimo di seduta di 21,35 euro.

Ripiega Il Sole 24 Ore (-1,76%) dopo aver rivisto al ribasso le previsioni del piano industriale al 2020 rispetto ai target comunicati a marzo.

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