Il tempo rende sempre giustizia. La catena dell’Aspromonte in Calabria per lungo tempo, tra gli anni ’70 e ’80, era nota per essere il luogo dove venivano nascoste le persone sequestrate per chiedere riscatti milionari. Azioni criminali in una delle zone più suggestive d’Italia con vette straordinarie. Per capirci meglio, ti metti con le spalle ai Bronzi di Riace chiusi nel Museo di Reggio Calabria è dal monte Gambarie scorgi il Tirreno a sinistra e lo Jonio a destra. I calabresi che hanno creduto nella riscoperta e nella rivalutazione dell’Aspromonte ci sono sempre stati. Non potevano lasciare alle future generazioni questo patrimonio naturalistico come luogo di misfatti e delitti. Gli artisti, come spesso accade, sono stati tra i primi ad organizzare eventi ed incontri in un contesto incontaminato. Un evento assai singolare è il Face Festival Aspromondo. Dal 2007 nella cornice dell’ex Vivaio Cucullaro a Santo Stefano in Aspromonte, si svolge una kermesse inimmaginabile quando qui lo Stato cercava gli uomini dell’Anonima Sequestri. Molti dei partecipanti al Festival non erano ancora nati ed il loro impegno per riunire natura, arte, accoglienza dai primi di agosto sta andando bene. La cultura che vive il territorio in modo dialogante, che ispira per essere rappresentata nelle diverse forme di arte , attualizza tradizioni e correnti pittoriche, musicali, architettoniche. Qui si realizza un modello di arredo extraurbano tra alberi secolari, pendii e sentieri .
Una forma di riscatto
Dal 6 agosto sono arrivati artisti da mezzo mondo con lo scopo dichiarato di creare un museo a cielo aperto. Le montagne sono bellissime e nonostante qualche ruvidezza naturale, i creativi fanno del proprio meglio per veder crescere il loro bosco: il “Bosco degli Artisti”. Ci sono giovani dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro richiamati dall’art-director Paolo Genoese e dal regista Giacomo Triglia. E sono proprio loro a spiegare come si sia fatta strada un progetto così sostenibile. “ Il progetto punta a rafforzare il legame tra arte e territorio, attraverso un ciclo di attività, spazi creativi e una residenza artistica, che danno agli artisti coinvolti l’opportunità di entrare in contatto con esperienze, luoghi, culture e modi di fare arte differenti”. Pittori, scultori, sceneggiatori sono ospiti dell’organizzazione per tracciare percorsi artistici lungo i sentieri naturalistici. Chi arriva in Aspromonte dovrà godere del tratto di coloro che sono stati sulla “montagna bianca”a lasciare un’impronta di arte contemporanea. Un riscatto anche politico, perché non bastano le arti figurative a dare una dimensione sociale a luoghi ,purtroppo, in basso nelle classifiche socio economiche. Il lavoro artistico deve mescolarsi con la natura per cancellare definitivamente ogni riferimento a vicende passate che hanno sfregiato una ricchezza paesaggistica di cui la Calabria va fiera .