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In agricoltura la sfida è la biodiversità

La politica agricola europea non aiuta la biodiversità: l’appello delle maggiori organizzazioni ambientaliste italiane, riunite sotto l’hashtag #CambiamoAgricoltura – L’agricoltura causa il 34% delle emissioni di CO2.

La Politica Agricola Comune (PAC) elaborata dall’Unione europea non aiuta la biodiversità. Le risorse finanziarie dovrebbero essere destinate prima di tutto alle pratiche agricole che consentano di mitigare e compensare i cambiamenti del clima. Occorre dare più sostegno alle colture come le leguminose ed allo sviluppo dell’agricoltura biologica.

Pensiamo a cosa arriva in tavola. La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura si rivolge così ai neoeletti al Parlamento europeo. Vuole un cambio di passo e di strategia utile anche per gli altri Paesi dell’Unione che sui temi agricoli ed alimentari hanno visioni contrastanti. Una sfida con il pensiero rivolto a cosa e come si produce. Una iniziativa che mette insieme ambizioni economiche, economia circolare e benessere.

La Coalizione riunisce le organizzazioni più rappresentative del mondo agricolo e verde. Una specie di syndication allarmata per le divisioni dentro l’Unione che valgono circa 100 miliardi di euro di finanziamenti. Per gli anni  2014‑2020 sono stati stanziati circa 85 miliardi. 

Di fondo la richiesta ai neoeletti è di avere un approccio completamente nuovo verso il mondo agricolo e il food in generale. Per i parlamentari che gireranno tra Strasburgo e Bruxelles c’è un vero decalogo sulle cose da fare. Non solo per gli interessi economici, ma soprattutto per la tutela di prodotti che riempiono i carrelli della spesa. Quale gruppo politico si impegnerà di più? Chi riuscirà a cambiare davvero gli indirizzi europei (almeno per i prossimi sette anni), si sarà guadagnato il consenso di organizzazioni come Federbio, WWF, Legambiente, FAI, AIAB. Utilizzare il 38% delle risorse del bilancio comunitario assegnate alla Politica Agricola Comune dopo il 2020 per contrastare i cambiamenti climatici ed arrestare la perdita della biodiversità.

I sussidi perversi delle scelte del 2016, si legge nell’appello della Coalizione, hanno ridotto le emissioni di gas serra di un misero 2% a fronte delle emissioni complessive dovute all’insieme delle pratiche agricole e zootecniche intensive che superano il 20% del totale. Sulle tavole degli europei ci sono ancora centinaia di prodotti “nemici” dell’agricoltura green. Se davvero la  biodiversità è in declino, come ha detto recentemente anche la FAO, c’è il rischio di perdere oltre 1 milione di specie animali e vegetali per effetto delle attività umane. Effetti devastanti sull’agricoltura e vantaggi solo per le multinazionali del cibo che controllano il 25% delle cose che mangiamo. 

L’accusa riguarda le molteplici forme di agricoltura intensiva diffuse in tutti i Paesi Ue che poco si conciliano con le necessità di alimentazioni salutiste. La nuova Europa di cui sentiamo parlare e straparlare si dovrà porre il problema. Non sottovalutando, come ci ricorda Carlo Pertini di Slow Food, che l’agricoltura causa il 34% delle emissioni di CO2 in atmosfera. “La Coalizione #CambiamoAgricoltura – conclude l’invito agli europarlamentari – chiede di mettere la mitigazione del clima e la conservazione della biodiversità al centro della futura politica agricola europea e si offre per un confronto per discuterne fattivamente”. Chi raccoglie? La partita è iniziata. Produttori e consumatori aspettano il risultato.

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