Condono sull’Imu? Non proprio. Un emendamento al decreto Fiscale – che, insieme alla manovra, viaggia probabilmente verso la fiducia in Parlamento – propone di estendere ai tributi locali il ravvedimento operoso. Giovedì la proposta di modifica, presentata da Forza Italia, è stata approvata con voto unanime dalla Commissione Finanze della Camera.
La procedura del ravvedimento operoso permette al contribuente che non ha pagato (o ha versato meno del dovuto) di mettersi in regola di propria iniziativa (in sostanza con un’auto-denuncia), accettando di sborsare qualcosa in più per il ritardo, ma evitando le sanzioni fino a 10 volte più alte che l’Agenzia delle Entrate comminerebbe in seguito a una procedura d’accertamento. Non è un condono, perché le cifre dovute si pagano per intero, così come gli interessi: è previsto solo uno sconto sulle sanzioni. Tuttavia lo sconto c’è.
Finora l’utilizzo del ravvedimento operoso per i tributi locali è sempre stato circoscritto e con tempi limitati. Il nuovo emendamento prevede invece di allungare i tempi per aiutare i ritardatari.
Nella sua forma canonica, il ravvedimento operoso funziona così:
- Ritardo fino a 14 giorni: sanzione pari allo 0,1% dell’imposta non versata per ogni giorno di ritardo (ravvedimento sprint).
- Ritardo fra i 15 e i 30 giorni: sanzione fissa pari all’1,5% dell’imposta non versata (ravvedimento breve).
- Ritardo fra i 31 e i 90 giorni: sanzione fissa all’1,67% dell’imposta non versata (ravvedimento a 90 giorni).
- Oltre i 90 giorni ma entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione: sanzione fissa al 3,75% dell’imposta non versata (ravvedimento lungo).
“Si parificano le condizioni – commenta il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – Inoltre bisogna notare che l’imponibile dell’Imu è difficilmente eludibile, dunque spesso gli omessi versamenti sono attribuibili a condizioni economiche di reale difficoltà”.
Un’altra novità importante apportata al decreto fiscale è quella che riguarda la cosiddetta “tampon tax”. Grazie a un’intesa trovata mercoledì sera fra sette parlamentari (guidate da Laura Boldrini) e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, l’Iva sugli assorbenti femminili sarà abbattuta dal 22 al 5%, garantendo un consistente risparmio alle consumatrici. Attenzione però: lo sconto riguarderà soltanto i prodotti compostabili e biodegradabili.
L’emendamento sulla tampon tax sarà concordato da governo e relatore e verrà subito firmato dalle 32 parlamentari dell’intergruppo donne, trasversale a tutti partiti.
Altri emendamenti riguardano i bonus per la casa.
Il bonus facciate rimane del 90% sulle spese sostenute nel 2020, ma compare un tetto di spesa, comunque molto alto: 192mila euro. La modifica specifica inoltre che il bonus facciate è cumulabile con il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus, ma solo se le fatture saranno analitiche, ovvero se conterranno le indicazioni dei singoli lavori.
Il bonus verde, che in un primo momento sembrava destinato alla cancellazione, sarà con ogni probabilità prorogato anche all’anno prossimo.
Infine, compare un nuovo sconto fiscale: il bonus rubinetti, che prevede l’estensione dell’ecobonus del 65% alle spese documentate effettuate “per l’acquisto e la posa in opera di rubinetteria sanitaria con portata di erogazione uguale o inferiore a 6 litri al minuto, soffioni doccia e colonne doccia attrezzate con portata uguale o inferiore ai 9 litri al minuto, cassette di scarico e sanitari con volume medio di risciacquo uguale o inferiore ai 4 litri”. Lo sconto fiscale dovrebbe avere portata pluriennale e coprire le spese sostenute dal 1º gennaio del 2020 al 31 dicembre del 2022, per un valore massimo di spesa di 3mila euro.