Se il caso Berlusconi non basta, arriva anche l’Imu ad alimentare le tensioni nel governo. Il Tesoro ha pubblicato un documento (allegato in Pdf) in cui indica nove possibili strade per modificare la tanto vituperata imposta sugli immobili. Peccato che l’abolizione totale, chiesta a gran voce dal Pdl, sia considerata l’opzione più nefasta, perché sarebbe socialmente iniqua e metterebbe a rischio la tenuta dei conti pubblici.
Ecco una sintesi delle proposte firmate dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni:
ABOLIZIONE TOTALE DELL’IMU SULLA PRIMA CASA
Costa 4 miliardi, ha “scarsa” efficienza e “impatto regressivo rispetto al reddito”, cioè ne beneficerebbero soprattutto i più ricchi.
ABOLIZIONE DELLA SOLA PRIMA RATA
Costa 2,43 miliardi, ma l’intervento non affronta i problemi strutturali del prelievo immobiliare.
SERVICE TAX
E’ la soluzione preferita da Saccomanni, che la definisce “ad alta efficienza”. La “service tax” unirebbe in un solo prelievo tutte le tasse comunali, Tares compresa (ovvero la nuova tassa sui rifiuti). A quel punto la riforma dell’Imu diventerebbe un problema di finanza locale, con l’attribuzione di pieni poteri ad ogni singolo Comune.
In realtà, sono diverse le ipotesi in campo: esenzione dall’Imu per l’abitazione principale con contestuale eliminazione/riduzione della deducibilità ai fini Irpef delle rendite sull’ abitazione principale e reintroduzione totale/parziale in Irpef dei redditi degli immobili non locati; rimborso dell’Imu sull’abitazione (integrale o parziale) attraverso l’attribuzione di un credito di imposta (o una detrazione) Irpef; esenzione dall’Imu per l’abitazione principale e contestuale rimodulazione della Tares relativa ai servizi indivisibili. Si ipotizza un recupero di gettito da 2 a 4,3 miliardi.
AUMENTO DETRAZIONE DA 200 A 500 EURO
Costa da 1,31 a 2,72 miliardi, ha “media” efficienza e impatto progressivo rispetto al reddito.
RIMODULAZIONE SELETTIVA ESENZIONE IMU SU PRIMA CASA
Diversi i parametri: in funzione dell’immobile, in funzione della condizione economica del proprietario, in funzione della condizione economica del nucleo familiare, misurata attraverso l’Isee, a favore dei soggetti in condizione di disagio economico, individuato attraverso l’Isee, applicazione dei valori Omi per la determinazione della base imponibile Imu. A seconda dei parametri costa da 1 a 2,3 miliardi, efficienza “media”.
DEDUCIBILITÀ DELL’IMU PER LE IMPRESE
Costa 1,25 miliardi, ha efficienza “media” ma presenta criticità per le imprese incapienti.
RESTITUZIONE AI COMUNI DEL GETTITO DA IMMOBILI A USO PRODUTTIVO CLASSIFICATI NEL GRUPPO CATASTALE D
Costa 4,66 miliardi, i profili di efficienza dell’imposta non cambiano per il contribuente.
ABOLIZIONE ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF E AUMENTO IRPEF
Costa 3,4 miliardi, ma l’efficienza è difficile da determinare in misura puntuale così come gli effetti redistributivi complessi.
SCELTA AI COMUNI
Si ipotizzano risorse aggiuntive pari a due miliardi. Efficienza Imu e profili redistributivi invariati.
LE REAZIONI POLITICHE
“Apprezzo le 105 pagine del ministero dell’Economia, si tratta di un egregio lavoro da ufficio studi – ha detto Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera -. Ora urgono le decisioni politiche che ci auguriamo arrivino in virtù degli impegni presi non solo a livello di maggioranza, ma soprattutto, nei confronti del Paese. Gli impegni del governo su una riforma della tassazione degli immobili, che contempli l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, sono stati chiari fin da subito, indipendentemente dai ‘punti di forza e di criticità’ dei diversi interventi ipotizzati dal ministero dell’Economia. Sicuramente esso aumenta la consapevolezza delle scelte, ma il risultato finale deve essere univoco e riflettere le aspettative degli italiani”.
Il più duro nelle fila pidielline è stato fin qui Altero Matteoli: “Il combinato disposto delle parole di Epifani sulla condanna di Berlusconi e della sortita sull’Imu vuol dire una cosa sola: il Pd vuol far cadere il governo”, ha detto l’ex ministro.
Dal Partito democratico replica il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, che già prima della diffusione del documento Saccomanni aveva stoppato ogni ipotesi di ridurre l’Imu “a tutti, ricchi compresi. Letta, quando si insediò, promise una riforma dell’Imu per aiutare chi ha di meno. Non ci sono le risorse per fare tutto. Il Pdl vuol bruciarle per non far pagare l’Imu pure a chi ha una casa da 400 metri nel centro di Roma. Con quale faccia si presenteranno poi agli italiani a dire che non c’è un euro per i cassintegrati e per i disoccupati?”.
In un quadro simile appare davvero difficile che la maggioranza rispetti l’impegno di trovare un accordo definitivo sull’Imu entro agosto. Entro il 16 settembre, tuttavia, il Governo dovrà dire se la prima rata sull’abitazione principale, ad oggi solo sospesa, verrà definitivamente soppressa. E anche cosa ne sarà della seconda rata. Alla Legge di Stabilità, da approvare entro fine anno per il prossimo quadriennio, sarà poi demandata la riforma complessiva.
Allegati: Ipotesi_di_revisione_del_prelievo_sugli_immobili.pdf