Strada ancora in salita per l’Imu alla Chiesa: il Consiglio di Stato ha bocciato il regolamento del Tesoro che disciplinava il pagamento dell’imposta sugli immobili appartenenti ai movimenti religiosi e alle associazioni no profit.
Secondo la magistratura contabile dello Stato, il Governo “ha compiuto alcune scelte applicative che non solo esulano dall’oggetto del potere regolamentare attribuito, ma che sono state effettuate in assenza di criteri o altre indicazioni normative atte a specificare la natura non commerciale di una attività”.
Il provvedimento del governo prevede l’estensione dell’imposta a tutti quei beni immobili di proprietà della Chiesa non destinati al culto in maniera esclusiva. Con il nuovo regime l’esecutivo chiuderebbe una polemica che si trascina da anni sull’esenzione finora garantita a congregazioni religiose ed enti ecclesiastici. In base alla normativa oggi in vigore, a un albergo basta avere una cappella per non versare l’Imu.
La bocciatura del Consiglio di Stato, ritardando l’entrata in vigore della misura, rischia di non consentire la chiusura della procedura d’infrazione avviata contro l’Italia dalla Commissione europea, che già ai tempi dell’Ici vedeva nell’esenzione alla Chiesa una forma indebita di aiuto di Stato.
Ora il governo ha tempo entro fine anno per modificare il decreto dal momento che la legge prevede il via alla applicazione dell’imposta dal primo gennaio 2013.