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Imu alla Chiesa, Bruxelles minaccia maxi-sanzione: l’Italia recuperi un miliardo di euro

La Commissione Ue minaccia di sanzionare il nostro Paese per non aver riscosso dal 2006 l’imposta sugli immobili destinati a fini commerciali di proprietà di enti cattolici e no profit, partiti e sindacati.

Imu alla Chiesa, Bruxelles minaccia maxi-sanzione: l’Italia recuperi un miliardo di euro

Mentre ancora si combatte sull’Imu alla Chiesa, dall’Europa ci chiedono di riscuotere anche gli arretrati della vecchia Ici. La Commissione Ue è arrivata a minacciare una maxi-sanzione contro l’Italia se il governo di Roma non riuscirà a recuperare circa un miliardo di euro. Nel mirino di Bruxelles ci sono le imposte sugli immobili non pagate fra il 2006 e oggi da partiti, sindacati, enti cattolici e no profit. Lo scrive oggi il quotidiano MF-Milano Finanza. 

L’esenzione garantita negli ultimi anni viene giudicata come un illecito aiuto di Stato. Il vero problema a questo punto è calcolare con precisione l’ammontare della somma dovuta. Fin qui il disaccordo è totale: secondo il Tesoro si tratterebbe di appena 100 milioni di euro l’anno, mentre per il presidente dell’Anci Graziano Delrio gli arretrati ammonterebbero al doppio, 200 milioni l’anno.

Si arriverebbe così a quota 1,2 miliardi di euro per i sei anni in questione, a partire cioè da quando è entrata in vigore la legge obbliga anche gli enti no profit a pagare l’imposta sugli spazi utilizzati a fini “meramente commerciali”.

Insomma, anche se alla fine l’Esecutivo riuscirà a far pagare l’Imu a questi soggetti a partire dall’anno prossimo (dopo la bocciatura del decreto attuativo da parte del Consiglio di Stato), il provvedimento non sarà sufficiente ad accontentare Bruxelles, che lo valuterà come una sorta di condono mascherato sugli ultimi anni di indebite esenzioni.

Il governo potrebbe però incontrare difficoltà a ottenere dai comuni gli elenchi dei soggetti a cui far pagare gli arretrati. Con la tradizionale prudenza che regna nei rapporti fra Stato e Chiesa, il governo potrebbe scegliere di pagare la sanzione europea con i soldi di tutti i contribuenti italiani.

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