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Imprese, solo un terzo di quelle in crisi torna a crescere

Pixabay

Sapete cosa si intende in gergo economico con “comeback kids”? Quelle aziende che, dopo aver avuto un periodo di crisi, sono riuscite a completare con successo un turnaround, uscendone rafforzate. In Italia, secondo l’analisi di Boston Consulting Group “The Italian Comeback Kids. Lessons from successful turnaround”, queste società che hanno registrato un calo dell’Ebitda per due anni consecutivi, salvo poi tornare a una forte crescita della marginalità, sono 32: hanno registrato un aumento dell’Ebitda di almeno il 28% (rispetto al +6% medio del campione analizzato) e anche il rendimento medio annuo totale degli azionisti (parametro che include sia i guadagni che i dividendi) è stato del 7%, rispetto al -3% fatto registrare dalle aziende che hanno perso la finestra utile per il turnaround.

Ma 32 sono tante o poche? La ricerca di BCG ha analizzato le performance finanziarie dal 2010 al 2017 di 200 imprese di vari settori con oltre 500 milioni di euro di fatturato (escluse banche, assicurazioni e società energetiche), da cui ha selezionato quelle con un calo della marginalità per due anni consecutivi: ne è venuto fuori che tra le aziende che hanno mostrato difficoltà, circa un terzo è stato in grado di completare il proprio turnaround con un miglioramento delle performance sorprendente (quindi non semplicemente positivo).

La ricerca evidenzia inoltre come le misure preventive di cambiamento, avviate prima dello stato di crisi palese, producono un valore a lungo termine ben più alto di quelle reattive: “Un momento di discontinuità o di flessione è parte del ciclo di vita di un’azienda, però è fondamentale essere in grado di comprenderlo, gestirlo, e soprattutto anticiparlo” commenta Francesco Leone, Managing Director & Partner di BCG, responsabile dell’unità TURN in Italia, Grecia e Turchia e primo autore della ricerca.

“Solamente un terzo tra le imprese italiane in difficoltà – aggiunge Leone – compie un turnaround; in altri Paesi la percentuale è più alta. La tipica media azienda italiana, spesso a gestione familiare, non ha gli strumenti o l’attitudine a identificare nel tempo i segnali della crisi, non investe sufficientemente in strumenti di monitoraggio, ma ha buone capacità di reazione quando stimolata”.

I settori. La ricerca ha paragonato la performance di turnaround delle aziende italiane a quella di altri paesi: le italiane mostrano risultati nella media, senza fattori specifici del mercato nazionale che possano favorire o inibire gli sforzi del management nel compiere un turnaround. Sono state comparate poi le prestazioni settore per settore: le aziende dei beni industriali e della distribuzione/vendita al dettaglio hanno più probabilità della media di avere successo in un turnaround; quelle della sanità e dei beni di consumo meno. Le società quotate hanno una capacità significativamente migliore di realizzare un turnaround rispetto alle non quotate: una possibile spiegazione è che gli azionisti esterni sono in grado di esercitare pressioni sui team di gestione per le modifiche necessarie.

Le leve

BCG identifica quattro leve principali ricorrenti nei percorsi dei “Comeback Kids” italiani per un turnaround si successo (la maggior parte include almeno un aspetto di tutte e quattro, sebbene con diversi gradi di importanza e durante diverse fasi del percorso):

1 – L’adeguamento del portafoglio, in genere per vendere attività non redditizie o asset non strategici e rifocalizzarsi su prodotti, mercati e attività principali;

2 – Il ridisegno del modello operativo per generare guadagni sostenibili in termini di efficienza e riduzione dei costi;

3 – La crescita in nuovi mercati geografici e segmenti di prodotto;

4 – L’innovazione in settori come la digitalizzazione dei processi interni, la creazione di percorsi omnichannel verso i clienti, lo sviluppo di nuovi prodotti per soddisfare le esigenze dei clienti e il passaggio a nuovi modelli di servizio.

Case history

BCG ha selezionato alcune storie di successo tra i turnaround italiani, come ERG, Autogrill, Ferretti e Piazza Italia, che raccontano le diverse leve sulle quali agire. “Sono casi di aziende che, in situazioni diverse, hanno affrontato la crisi e l’hanno superata usando diverse leve – spiega Leone -: chi cambiando portafoglio, chi modificando modello operativo, chi facendo innovazione, chi diversificando i mercati. Non esiste infatti una ricetta unica per superare un momento di calo delle performance, ma il filo conduttore che unisce questi e molti altri casi di turnaround è il ruolo decisivo del management, nella capacità di leggere il momento e di decidere di agire”.

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Categories: Economia e Imprese