Occupazione e investimenti stabili, ma produzione in rallentamento. L’indagine congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino tra le aziende del sistema confindustriale piemontese mostra come nelle attese delle imprese della regione l’anno non sia iniziato nel migliore dei modi. I dati che emergono dallo studio riflettono la complessità dello scenario economico nazionale ed europeo, con un clima di fiducia che si conferma in fase di contrazione e in linea con l’andamento dei trimestri precedenti.
Imprese piemontesi: prevale la cautela nel primo trimestre 2025
Condizionate dal generale quadro di incertezza, le imprese della regione affrontano il trimestre 2025 con estrema cautela, pur manifestando segnali di reazione e la volontà di “guardare oltre le difficoltà”, testimonia lo studio. Lo dimostra la tenuta degli investimenti, che rientrano nei programmi di quasi i tre quarti degli intervistati, fra cui il 23,6% preannuncia l’acquisto di nuove attrezzature. Analogamente, l’indice di utilizzo di impianti e risorse si attesta al 77% del pieno regime, in linea con lo scorso trimestre.
“Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza e complessità, ma in questo contesto voglio sottolineare come l’eterogeneità del nostro tessuto produttivo – in cui si distingue un terziario in trend positivo – insieme alla concreta propensione di tutta la nostra industria a innovare e a competere nel mondo, continuino a rappresentare il valore aggiunto dell’economia del territorio. Ne è prova la tenuta degli investimenti che, anche grazie a strumenti di politica industriale, delineano l’orientamento allo sviluppo delle competenze e al rinnovamento produttivo delle imprese torinesi”, ha detto Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino, sottolineando che “il sistema mostra quindi capacità di reazione, pur dinanzi alle difficoltà che stanno attraversando in tutta Europa settori importanti come la metalmeccanica”.
Imprese piemontesi: più produzione, ordini, redditività ed export
In base allo studio, all’inizio del 2025, le attese mostrano la prospettiva di riduzioni nella produzione (saldo ottimisti/pessimisti al -4,6%), negli ordini (-6%) e nella redditività (-8,2%), cose come appaiono ridimensionate le attese sulle esportazioni (-9%).
Restano al contrario positive le aspettative sui livelli occupazionali, seppur ridimensionate rispetto al precedente trimestre, con il 12,8% del campione che ne pronostica un aumento e il 10,4% che prevede un calo dell’impiego, per un indice di fiducia del +2,4%.
“Le aspettative sono inevitabilmente condizionate da uno scenario economico continentale reso ancor più delicato dai problemi dell’automotive. Un settore per il cui rilancio ribadiamo l’urgenza di un ‘mobility act’ europeo, orientato al principio della neutralità tecnologica e capace, stimolando investimenti in tecnologia e innovazione, di ridare centralità all’intera filiera della mobilita’, di cui il nostro territorio non può che essere un protagonista”, ha detto Gay.
Grandi imprese più positive
Il report mostra inoltre come, le grandi imprese esprimano attese più positive rispetto alle altre: fra le realtà con meno di 50 dipendenti l’indice di fiducia sulla produzione è al -6,2%, mentre fra quelle con 50 o più addetti si attesta al -0,8%. A livello generale, aumentano le aziende che temono una crescita di costi energetici, materie prime e logistica, con tempi di pagamento che restano stabili e una diminuzione del numero di imprese con un carnet ordini di medio-lungo periodo, a favore di una visibilità inferiore ai tre mesi.
L’andamento settoriale
Andamento diverso da settore a settore. Infatti, se da un lato nel comparto manifatturiero si rilevano sintomi di sofferenza (saldo tra ottimisti/pessimisti al -12,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al +13,7%), anche grazie a una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali.
Guardando ai singoli settori, nell’industria si registrano previsioni sull’andamento della produzione diffusamente in calo, in particolare per le imprese metalmeccaniche: il saldo tra chi prevede una riduzione dei volumi nel trimestre e chi si attende un andamento stabile o in crescita, è al -21,8%, che diventa un -27,1% per le realtà dell’automotive e un -19,8% per quelle della meccatronica. Scenari simili nei comparti legno (-18,8%), tessile-abbigliamento (-11,6%), gomma-plastica (-4,7%), chimica (-4,0%), manifatture varie tra cui gioielli, giocattoli ecc. (-11,2%), cartario – grafico (-3,7%). Indice di fiducia neutro per l’alimentare (tradizionalmente anticiclico e reduce dal picco di domanda di fine anno) e per l’area edilizia-impiantisti.